Telecom Italia congela lo scorporo della rete, per Fastweb-Wind-Vodafone decisione sorprendente
Telecom Italia mette in stand-by lo scorporo della rete fissa. Ieri in una riunione straordinaria, il consiglio di amministrazione del colosso tlc ha deliberato che prima di procedere ad ulteriori fasi implementative del progetto, “sia verificata la coerenza dei contenuti e del percorso regolatorio con le assunzioni alla base del progetto”. “Nel ribadire l’importanza del progetto non solo per Telecom Italia ma per lo sviluppo del sistema di telecomunicazioni del Paese, il Cda ha preso atto che le incertezze introdotte dalle recenti decisioni dell’Agcom rischiano di comprometterne la fattibilità“, ha spiegato il gruppo in una nota. Reazione decisamente negativa del mercato: il titolo al momento sul Ftse Mib indossa la maglia nera con un ribasso del 3,34% a 0,486 euro.
Le voci su una riunione pomeridiana del board erano cominciate a circolare dopo che Franco Lombardi, presidente di Asati che riunisce i piccoli azionisti di Telecom Italia, aveva chiesto la convocazione d’urgenza di un consiglio di amministrazione per verificare la permanenza delle condizioni per lo scorporo della rete. La richiesta era contenuta in una lettera inviata al board del colosso tlc e per conoscenza anche ai commissari e al presidente dell’Agcom, al commissario europeo tlc Neelie Kroes, al ministro per lo Sviluppo Economico, al presidente del Consiglio e alla Consob.
Irritata era stata la reazione di Telecom Italia alla proposta di riduzione dei canoni di accesso alla rete in rame formulata dall’Agcom. La decisione, per il gruppo guidato da Franco Bernabè, avrebbe infatti un impatto economico-finanziario sui conti del colosso italiano tlc di circa 110 milioni di euro su base annua rispetto al 2012. La mossa dell’autorità, aveva precisato la società in una nota, dovrà passare al vaglio della Commissione europea alla quale Telecom Italia si riserva di far avere le proprie osservazioni e, “qualora la decisione fosse confermata, la società ricorrerà presso le competenti sedi giurisdizionali”.
La reazione di Fastweb-Wind-Vodafone
A sorpresa è giunta la reazione da parte degli altri operatori del settore. Fastweb, Wind e Vodafone hanno emanato una nota congiunta in cui hanno spiegato che ritengono “davvero sorprendente la decisione del consiglio di amministrazione di Telecom Italia di condizionare l’operazione di scorporo della rete alla verifica degli aspetti regolatori, attribuendone la responsabilità alla definizione dei prezzi wholesale 2013 (Ull, wlr e bitstream) da parte dell’Agcom, che ha semplicemente operato in linea con quanto prescrive la regolamentazione”.
“Con la recente decisione – si legge nella comunicato – Agcom applica infatti correttamente la regolamentazione per i prezzi del 2013, ponendosi, con questo primo segnale, in controtendenza rispetto ad anni di aumenti che hanno portato alla chiusura del mercato del fisso dominato da Telecom. L’ex monopolista resta comunque l’operatore fisso con la più alta quota di mercato e con la più alta marginalità (48 per cento)”. “Viene da chiedersi allora – concludono i tre operatori telefonici – se quello che veniva presentato come una misura industriale necessaria per vivificare il mercato e la concorrenza, non sia stato in realtà un espediente per mettere un’indebita pressione sull’autorità indipendente di regolamentazione allo scopo di condizionarne le decisioni”.
La risposta dell’Agcom
La stessa Agcom aveva precisato ieri in una nota che “i prezzi si riferiscono al solo 2013 e non hanno un legame diretto con quelli del triennio successivo, che sono oggetto di un distinto procedimento, né, tantomeno, influenzano la valutazione circa l’impatto dello scorporo della rete fissa sulla regolamentazione futura”. La spiegazione è giunta dopo le “diverse e contrastanti interpretazioni, formulate da operatori analisti ed esperti del settore, circa la variazione dei prezzi relativi ai soli servizi di accesso alla rete in rame per il 2013” apparse negli ultimi giorni sui media.
“La futura disciplina dei servizi di accesso in rame ed in fibra – ha proseguito la nota – già delineata nella delibera sottoposta a consultazione pubblica, e derivante da importanti cambiamenti della metodologia dovrà, a questo punto, tenere conto di due importanti novità: la proposta di scorporo avanzata da Telecom Italia il 30 maggio e la prevista entrata in vigore della Raccomandazione della Commissione europea sulla non discriminazione e la contabilità dei costi”. “E’ ben noto – prosegue la nota dell’authority – che l’autorità sta svolgendo un’analisi preliminare, che si concluderà a fine mese, per verificare che la proposta di scorporo risponda ai prerequisiti di affidabilità e serietà previsti dal Berec. Solo a settembre, quindi, superato questo vaglio preliminare, l’autorità avvierà un’analisi coordinata dei mercati dell’accesso. In quel contesto, saranno anche fissati i prezzi dei servizi in rame che, in linea con quanto prevede la bozza di Raccomandazione comunitaria, avranno una traiettoria sostanzialmente stabile, quale risultante dell’applicazione della nuova metodologia prima richiamata. Sempre in questa occasione, infine, si potrà valutare se estendere di un anno il glide path, aggiungendo il 2017, così da accrescere la certezza regolamentare per gli operatori”.