Telecom Italia: il comitato nomine Mediobanca sceglie i vertici
Dopo oltre sei mesi dalla firma dell’accordo che ha sancito il cambio di proprietà in Telecom Italia, con l’ingresso degli spagnoli di Telefonica, stamattina alle 9:30 il comitato nomine di Mediobanca, presieduto da Cesare Geronzi, ratificherà le proposte del consiglio di gestione di Piazzetta Cuccia tenutosi nel fine settimana.
Gabriele Galateri alla presidenza, Carlo Buora alla vice-presidenza e Franco Bernabè nel ruolo di amministratore delegato. Questi i nomi della triade destinata a prendere il comando del principale operatore telefonico del Paese, che verranno proposti dal presidente del comitato di gestione di Mediobanca, Renato Pagliaro e dall’amministratore delegato, Alberto Nagel.
Se sul nome del presidente non ci sono stati dubbi, ancora non del tutto certa è la conferma di Carlo Buora mentre il ritorno di Franco Bernabè, già in Telecom Italia nell’interregno che portò sul finire degli anni ’90 all’Opa di Colaninno e Gnutti, ha suscitato l’iniziale opposizione dei soci di Mediobanca. Tuttavia la posizione dell’istituto milanese si è infine allineata a quella presa dalla maggioranza degli altri partecipanti alla holding Telco (Generali, Intesa Sanpaolo, Telefonica e Benetton) che controlla il 23,6% di Telecom. Carlo Buora avrà invece un ruolo ridotto con deleghe limitate all’area finanza. E nelle trattative tenutesi tra i vari soci del nuovo gruppo di controllo della società telefonica, Intesa Sanpaolo potrebbe aver rinunciato alla difesa dell’attuale presidente “di transizione” ed ex numero uno di St Microelectronics, Pasquale Pistorio, per il quale era stata ventilata una soluzione in tandem con Gabriele Galateri.
Risolto il nodo dei vertici Telecom Itali apotrà finalmente guardare avanti e cercare di recuperare il gap accumulato rispetto ai principali competitor negli ultimi anni di gestione della compagnia. Il mercato sembra voler finalmente premiare i titoli della compagnia, tenuti finora in freezer, mentre Cesar Alierta spera di poter così recuperare i circa 20 punti percentuali di ribasso subiti del momento dell’ingresso nell’azionariato Telecom quando i titoli del gruppo valevano 2,67 euro.