Notizie Notizie Mondo Tassi Bce: i verbali e quel dibattito su entità tagli, aspettando primo atto 2025

Tassi Bce: i verbali e quel dibattito su entità tagli, aspettando primo atto 2025

16 Gennaio 2025 15:15

A due settimane esatte dalla prima riunione del 2025 della Banca centrale europea (Bce), arrivano i verbali della riunione del 12 dicembre 2024. L’ultimo incontro del 2024, quando il consiglio direttivo guidato da Christine Lagarde ha tagliato per la quarta volta i tassi d’interesse nella zona euro.

Tra gli argomenti più importanti, come sintetizzato da ING, c’è stato il dibattito sull’entità del taglio dei tassi (25 vs 50 punti base), una prospettiva ancora relativamente ottimistica per la crescita e l’inflazione, ma anche la decisione di ignorare temporaneamente qualsiasi potenziale impatto delle elezioni statunitensi sull’economia dell’eurozona. E come sottolineano gli economisti, le minute pubblicate oggi hanno offerto alcuni spunti interessanti su queste tematiche.

Minute che si soffermano sul tema dell’inflazione che è tornato in primo piano sui mercati, tanto nell’eurozona quanto negli Stati Uniti. Proprio domani sarà in calendario la lettura finale dell’indice dei prezzi al consumo.

Vediamo alcuni passaggi chiave dei verbali, in vista anche della riunione di fine mese della Bce.

Dibattito 25 vs 50 punti base

Una delle questioni più importanti messe in evidenza dai verbali è il dibattito relativo all’entità del taglio (alla fine è prevalsa la strada di una sforbiciata di 25 punti base a dicembre).

Nella riunione di politica monetaria dell’11-12 dicembre a Francoforte alcuni membri del consiglio direttivo Bce hanno sostenuto l’opzione di un taglio dei tassi di 50 punti base. Sulla questione nei verbali si legge: “Questi membri hanno sottolineato il deterioramento delle prospettive economiche dell’area euro nei successivi esercizi di previsione e hanno sottolineato che i rischi per la crescita, in uno scenario che vede molteplici incertezze politiche globali e interne, erano orientati al ribasso“. A loro avviso, un taglio dei tassi più ampio avrebbe fornito una un’assicurazione contro i rischi al ribasso per la crescita.

Inoltre, se l’economia non avesse mostrato una ripresa, il rischio che l’inflazione potesse scendere al di sotto dell’obiettivo sarebbe aumentato. Questo suggeriva che il rischio che la politica monetaria potesse diventare troppo restrittiva, con i tassi di interesse ancora lontani da un livello neutrale“. Inoltre, “è stato osservato che un taglio di 50 punti base avrebbe potuto essere percepito come un segnale che la Bce avesse una visione più negativa dello stato dell’economia rispetto a quanto lo fosse in realtà. Questo non era auspicabile, a meno che non fosse giustificato da ulteriori shock negativi”. “Bisogna poi tenere in considerazione che con il taglio dei tassi deciso nella riunione di ottobre, il Consiglio direttivo aveva già dimostrato il proprio impegno a reagire al peggioramento delle prospettive macroeconomiche, associate a un indebolimento delle pressioni inflazionistiche, aumentando la velocità degli aggiustamenti dei tassi di interesse. Al termine della discussione tutti i membri del consiglio direttivo hanno sostenuto la proposta del capo-economista Philip Lane di un taglio dei tassi di 25 punti base”.

La Bce continuerà a tagliare i tassi

Tra due settimane esatte è fissato il primo appuntamento del 2025 con la riunione della Bce. “Gli unici dati davvero interessanti fino ad allora saranno gli indici PMI e l’Ifo, nonché il giorno della riunione della Bce la prima stima della crescita del PIL del quarto trimestre e l’indicatore del sentiment economico della Commissione europea – segnala Carsten Brzeski Global Head of Macro di ING -. Ciò significa che, con tutte le informazioni disponibili finora, la Bce si troverà di fronte a una versione moderata di tendenze stagflazionistiche: continua lentezza dell’economia e accelerazione dell’inflazione. Questo rappresenta una complicazione per la Bce, che potenzialmente amplia l’attuale divergenza tra falchi e colombe”.

Tuttavia, prosegue l’esperto, i commenti dei funzionari della Bce di questo avvio di 2025 suggeriscono che un’inflazione più elevata a dicembre e forse anche a gennaio non impedirà alla banca centrale di tagliare ulteriormente i tassi. Al 3%, il tasso di interesse sui depositi è ancora restrittivo e troppo restrittivo per l’attuale stato di debolezza dell’economia dell’eurozona. “Il recente aumento dei rendimenti obbligazionari ha anche peggiorato le condizioni finanziarie nell’eurozona”, aggiunge Carsten Brzeski.