Il taglio delle stime di crescita spinge l’eurodollaro sotto quota 1,3
La Bce spinge al ribasso la moneta unica. Seduta a due velocità per l’eurodollaro che dopo esser salito in quota 1,3086 in scia dell’incremento maggiore delle attese messo a segno dagli ordini al manifatturiero tedesco, cresciuti a ottobre del 3,9% mensile, ha ritracciato i guadagni alla luce della revisione delle stime di crescita da parte della Banca centrale europea.
Nel corso della conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board dell’Eurotower, che ha confermato il costo del denaro allo 0,75%, il n.1 Draghi ha annunciato che la Bce ha portato la stima sulla crescita nel 2012 nella forbice -0,6/-0,4 per cento, contro il -0,6/-0,2% stimato in precedenza, mentre la view sul 2013 passa da -0,4/1,4% a -0,9/-0,3%. Nel 2014 Eurolandia dovrebbe mettere a segno una crescita dell’economia compresa tra lo 0,2 e il +2,2 per cento.
In questo contesto l’eurodollaro, superato il supporto rappresentato dalla media mobile a 200 ore a 1,3008, quota in rosso dello 0,6% a 1,2989. Segno meno anche per l’incrocio con la divisa nipponica che, in attesa delle elezioni del prossimo 16 dicembre, scende a 107,06, e per il cross con la sterlina che si porta a 0,8073.
Come da attese oggi la Bank of England ha confermato il costo del denaro allo 0,5% e il piano di acquisto asset a 375 miliardi di sterline. Invariato anche il tasso di riferimento in Nuova Zelanda, fermo al 2,5%.
Tra altre valute, massimi da due mesi e mezzo per il cambio dollaro australiano/dollaro Usa che i dati in arrivo dal mercato del lavoro hanno spinto sopra 1,5 usd. A novembre il mercato del lavoro australiano ha registrato un incremento di 13.900 unità che ha spinto il tasso di disoccupazione dal 5,4 al 5,2 per cento.