Notizie Certificates Super dividendi e tassi negativi le carte in più di Enel e Snam

Super dividendi e tassi negativi le carte in più di Enel e Snam

24 Settembre 2019 18:08

Enel e Snam grandi protagoniste oggi all’interno di una giornata di Borsa che ha visto le utility fare la voce grossa all’interno di una seduta interlocutoria per Piazza Affari. Il Ftse Mib che alla fine ha chiuso in marginale rialzo dello 0,01% a 21.901 punti. A dare sostegno all’indice guida milanese sono state proprio le utility con Enel che ha chiuso sui nuovi massimi a oltre 10 anni ed Hera sui nuovi massimi storici.

Massimi per Enel  & co.

Tra i protagonisti in positivo quindi le utility: +1,45% Enel, +2,89% Hera e +2,54% Terna. Per Enel si tratta dei massimi a oltre 10 anni, mentre Hera ha chiuso sui nuovi massimi assoluti arrotondando a +36% il saldo da inizio anno. Secondo Kepler Cheuvreux tassi negativi e costo del debito in ulteriore calo sono una sponda molto importante per il settore utility anche in prospettiva. Tra i singoli titoli il broker sottolinea il dividend yield molto interessante di Snam ed Enel, inoltre quest’ultima ha come punti di forza la credibilità dei manager e le sue capacità di crescita.

 

Molto bene anche Snam (+2,26% su cui Kepler Cheuvreux ha alzato la raccomandazione su Snam a Buy con prezzo obiettivo a 4,80 euro. Il consensus degli analisti indicato da Bloomberg vede il 40,9% di giudizi Buy, il 45,5% di Hold e solo il 13,6% di Sell. Da inizio anno il titolo segna un +16% circa.  Il mercato guarda anche alle indicazioni relative al gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), partecipato da Snam con una quota del 20%. Ieri il managing director di TAP, Luca Schieppati, ha annunciato che il primo flusso di gas proveniente da TAP verso l’Italia è previsto per il quarto trimestre del 2020. Inoltre, il manager ha affermato che la società sta eseguendo test di mercato per valutare la risposta al raddoppio della capacità a 20 miliardi di metri cubi.

Tra i migliori di oggi anche Diasorin (+2,3%) in scia al lancio del test per cercare il dna del virus della varicella.

Giornata no per le banche

Male invece le banche con cali nell’ordine dell’1,5% per Banco BPM, Bper, -1,11% per UBI Banca. Le tre banche sono tra i nomi gettonati come potenziale partner di Mps. Ieri il dg del Tesoro, Alessandro Rivera, ha rimarcato che si stanno studiando scenari di consolidamento per l’istituto in vista del suo programma di uscita dal capitale della banca da presentare entro fine 2019. Sono due i possibili scenari per Mps: la fusione con una banca di medie dimensioni, oppure la vendita parziale o totale delle azioni Mps in mano al Tesoro.   “MPS deve completare il suo de-risking prima di pensare a una fusione con un altro player (specialmente nel caso di una banca italiana di medie dimensioni”, rimarcano gli esperti di Mediobanca Securities. Nel primo semestre 2019 la banca senese ha riportato un rapporto NPE lordo del 14,6% comprese le cessioni in corso, un livello ben al di sopra di quello riportato da UBI (9,2%) o Banco BPM (9,7%). “Vediamo de-risking come a pre-requisito per qualsiasi azione e calcoliamo che MPS abbia bisogno di scaricare almeno 6 miliardi di esposizioni deteriorate per portare il rapporto NPE lordo al 9%, allineato a quello attuale mostrato da UBI e Banco BPM.