Notizie Notizie Italia Strategie attive battono benchmark durante covid, ma alla lunga la sponda degli ETF diventa essenziale

Strategie attive battono benchmark durante covid, ma alla lunga la sponda degli ETF diventa essenziale

11 Settembre 2020 21:31

La pandemia di Covid-19 ha condizionato buona parte del 2020 e i fondi attivi hanno dovuto fronteggiare da marzo in avanti un contesto di elevata incertezza con prima la caduta dei mercati e poi il progressivo recupero intervallato da fasi di volatilità accentuata.  Il report “Active-Passive Navigator” del dipartimento di Lyxor ETF Research ha analizzato la performance dei fondi attivi domiciliati in Europa rispetto ai loro indici di riferimento, nonché dei trend principali dei mercati globali. Tra i principali risultati dello studio, in media, il 53% dei gestori di fondi azionari attivi ha sovraperformato il proprio indice benchmark nel primo semestre del 2020.

La sovraperformance migliore spetta ai fondi attivi su small cap

I gestori dei fondi attivi azionari Small Cap hanno registrato il tasso di sovraperformance più alto nella maggior parte delle regioni (in media, il 70% è riuscito a sovraperformare l’indice di riferimento). Dato che le azioni Small Cap hanno subito forti vendite durante il crollo del mercato, i gestori sono stati in grado di trarre vantaggio dalle forti rotazioni di settore (da azioni cicliche e Value ad azioni difensive, Growth e Quality).

La performance dei gestori di fondi attivi Large Cap è stata più disomogenea. I fondi azionari statunitensi si sono trovati in difficoltà, mentre i gestori europei e giapponesi hanno affrontato la crescente dispersione che rifletteva anche le disomogenee risposte sanitarie ed economiche alla pandemia nei vari Paesi.

In affanno i gestori di fondi obbligazionari

In affanno invece i gestori attivi obbligazionari: solo il 33% ha sovraperformato il proprio indice benchmark. La maggior parte dei gestori non è riuscita a tenere il passo con i massicci stimoli fiscali e monetari intrapresi in tutto il mondo, che hanno ancorato i rendimenti ai loro minimi e fatto salire i prezzi delle obbligazioni. I fondi sovrani e flessibili sono quelli che hanno sofferto di più, in particolare quelli americani: solo il 21% dei fondi sovrani americani ha superato il proprio indice di riferimento. I gestori High Yield si sono distinti, in particolare i gestori Euro High Yield, con una sovraperformance del 51%, grazie in particolare al loro posizionamento difensivo su questa asset class. Malgrado una flessione di mercato particolarmente marcata su questo segmento, con un deterioramento della liquidità e una volatilità che ha raggiunto i livelli più alti dalla crisi finanziaria del 2008, il posizionamento difensivo dei gestori attivi e la loro strategia di de-risking del portafoglio appena prima del sell-off di mercato hanno permesso loro di ammortizzare lo shock storico di mercato. Anche i gestori sul debito dei mercati emergenti in valuta forte hanno attenuato la loro sottoperformance, grazie alla crescente dispersione dei prezzi degli asset, in linea con i diversi gradi di vulnerabilità di questi Paesi e le diverse risposte alla pandemia.

Nel lungo periodo generare alfa è più arduo

Su un periodo di cinque anni, sia i gestori azionari che quelli a reddito fisso hanno faticato a superare il loro benchmark in modo costante (rispettivamente il 36% e il 19%). Ciò sottolinea l’importanza di un’asset allocation dinamica del portafoglio e di un forte processo di selezione dei fondi. “È opinione diffusa che i gestori attivi mirino a proteggere la performance del portafoglio nei periodi di maggiore volatilità di mercato. Di fatto, un numero considerevole di gestori azionari è stato in grado di navigare con successo in uno dei contesti di mercato più volatili della storia”, argomenta Vincent Denoiseux, Head of ETF Research and Solutions di Lyxor Asset Management. Tuttavia, il quadro per il reddito fisso è stato molto meno convincente. Sul lungo termine, la generazione continua di alfa rimane un esercizio difficile per la maggior parte dei gestori, motivo per cui l’identificazione dei fondi attivi in grado di sovraperformare a lungo termine necessita un quadro di asset allocation robusto. “Gli strumenti di investimento passivo come gli ETF possono costituire degli utili punti di riferimento quando l’alfa è più difficile da trovare”, rimarca Denoiseux.

Il mix perfetto guardando al futuro

Jean-Baptiste Berthon, Senior Cross-Asset Strategist di Lyxor Asset Management, ha aggiunto: “Dopo un primo semestre memorabile, gli investitori si trovano ancora di fronte ad un ambiente atipico, caratterizzato da un’elevata dispersione dei prezzi degli asset, da valutazioni distorte dovute alle misure di rilancio, da una ridotta prevedibilità fiscale e politica e dalle difficoltà di copertura del portafoglio quando i rendimenti sono ai livelli più bassi. Nel frattempo, il ciclo economico avrà probabilmente bisogno di nuovi catalizzatori, alcuni dei quali si stanno già materializzando. In questo contesto particolare, la ricerca di diversificazione e di fonti di performance alternative sarà fondamentale. Un’agile combinazione di strategie attive e passive potrebbe costituire la migliore soluzione per beneficiare sia della crescente differenziazione degli asset, sia delle promesse di temi secolari come l’energia pulita, i millennials e il Future of Work“.