Stevens (Rba) spinge l’aussie ai nuovi minimi dal 2009
“Un ulteriore deprezzamento del dollaro australiano sembra probabile e necessario soprattutto in considerazione del calo significativo dei prezzi delle materie prime chiave”. Sono le parole pronunciate oggi dal governatore della Reserve Bank of Australia (Rba), Glenn Stevens, a margine della decisione di lasciare i tassi di interesse fermi al 2%. “Il dollaro australiano – ha sottolineato Stevens – è diminuito notevolmente nei confronti del dollaro Usa nel corso dell’anno passato, anche se meno nei confronti di un paniere di valute”. Le parole di Stevens hanno contribuito a indebolire il cosiddetto aussie sceso a 0,7426 contro il dollaro Usa, ai nuovi minimi dal 2009. La Reserve Bank of Australia (Rba) ha lasciato invariati i tassi di riferimento al 2%, in linea con le attese degli analisti.
La divisa oceanica era già scesa ieri sotto la soglia di 0,75 dollari complici i possibili impatti della crisi greca sulla crescita globale e di conseguenza sulla domanda di commodity. A questo si aggiungono i timori legati al sell-off del mercato azionario cinese che ha contribuito a sgonfiare ulteriormente le quotazioni dei metalli industriali di cui l’Australia è un forte esportatore.
Nella restante parte dell’anno la banca centrale australiana potrebbe decidere di abbassare ulteriormente il costo del denaro per contrastare il rallentamento dell’economia della terra dei canguri. Secondo gli strategist di BlackRock la Reserve Bank of Australia potrebbe arrivare a tagliare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale nell’arco dei prossimi mesi spingendo il cross aud/usd sotto area 0,70.