Sterlina, referendum Scozia: prepararsi all’impatto
Che la situazione Oltremanica, anzi sarebbe più preciso dire oltre il Vallo di Adriano, sia incerta era già chiaro da qualche settimana. Precisamente da quando un sondaggio YouGov ha certificato la riduzione del distacco tra separatisti e unionisti. Sabato scorso c’è stato addirittura il sorpasso che, a quanto pare, ha avuto breve durata. Sempre secondo YouGov i ‘no’ alla separazione sarebbero ora il 52% contro un 48% di “sì”. Un distacco minimo che lascia lo scenario aperto a entrambe le soluzioni.
“I mercati sono comprensibilmente scossi dalla prospettiva di una rottura del Regno Unito – spiega Jasper Lawler – market analyst di Cmc Markets Uk – e hanno accolto con qualche rilievo il controsorpasso degli unionisti”. Guardando avanti, con la scadenza del referendum del 18 settembre ormai alle porte, rimane difficile fare previsioni su come potrebbe reagire il mercato. “Non ci sono molti precedenti di referendum di questo tipo – prosegue Lawler -. La reazione iniziale di sterlina e Ftse100 a fronte di una vittoria dei separatisti sarebbe sicuramente negativa”. Gli exit-poll nel giorno delle elezioni verranno diffusi nel corso di tutta la giornata e saranno seguiti dalle dichiarazioni dei due schieramenti.”Le prime reazioni saranno sulla sterlina, scambiata in continua sui mercati valutari”. Il 19, all’apertura dei mercati, i giochi saranno fatti e, secondo Lawler, potremmo assistere a un’avvio in forte gap per il mercato azionario britannico.
Scenari decisamente avventurosi per chi opera sui mercati. “Ci sarà maggiore volatilità, ovviamente, in caso di vittoria dei ‘sì’. Il cambio tra sterlina e dollaro potrebbe precipitare fino a 1,50 mentre il Ftse100 potrebbe lasciare sul terreno fino a 800 punti collocandosi in area 6.000”. Oggi il cross gbpusd si muove a 1,6235, in risalita di minimi del 10 settembre a 1,6050 dopo aver colmato il gap ribassista da 1,6282 lasciato aperto lo scorso 8 settembre. “Quota 1,60 – conclude Lawler – è un forte livello psicologico dove si trova anche il 61,8% di ritracciamento del rally messo a segno tra luglio 2013 e luglio 2014. Una discesa sotto 1,60 aprirebbe nuovi spazi di debolezza per la sterlina”.