Notizie USA ‘State lontani da borsa e bond Usa nel 2022, guardate a Europa e Giappone’. Outlook Morgan Stanley su Fed, azioni, Treasuries, commodities, forex

‘State lontani da borsa e bond Usa nel 2022, guardate a Europa e Giappone’. Outlook Morgan Stanley su Fed, azioni, Treasuries, commodities, forex

15 Novembre 2021 10:49

State lontani da Wall Street e dai bond Usa nel 2022, e mettetevi a caccia di ritorni migliori in Europa e in Giappone: è il consiglio agli investitori che arriva dal team degli strategist di Morgan Stanley.
Bond e azioni Usa, ma anche forex e commodities: Morgan Stanley presenta l'outlook annuale sugli investimenti per il 2022Gli strategist motivano il loro consiglio con lo smorzarsi del sostegno ai mercati delle misure ultra-accomodanti della Fed e con le elevate valutazioni degli asset americani, fattori problematici anche a fronte di un eventuale miglioramento della crescita del Pil e di una moderazione dell’inflazione.

Nel loro outlook annuale sugli investimenti, gli esperti scrivono che i fondamentali sono molto più attraenti in Europa e in Giappone: qui, le banche centrali – dunque la Bce e la Bank of Japan -, saranno infatti più pazienti nel rimuovere le loro misure straordinarie di politica monetaria espansiva, complici le pressioni inflazionistiche più basse.

“Crediamo che il 2022 sia l’anno delle vere sfide di metà-fine ciclo – si legge nell’analisi – una crescita migliore si scontrerà con valutazioni elevate, una politica monetaria più restrittiva, un comportamento degli investitori più turbolento e una inflazione che sarà più alta di quella a cui la maggior parte degli investitori è abituata – hanno scritto gli strategist del colosso bancario americano guidati da Andrew Sheets, in una nota che porta la data di ieri – Le sfide sono molte, incluso il margine di ribasso per lo S&P 500 e i tassi sui Treasuries a 10 anni, che saliranno un bel po’”.

Morgan Stanley non è certo l’unica a sfornare un outlook cauto su Wall Street, dopo un anno, il 2021, dominato da nuovi record della borsa Usa.

Anche Goldman Sachs ritiene che dall’azionario degli States si debbano attendere ritorni meno impressionanti, in concomitanza con la maturazione del ciclo economico.

Per non parlare del grafico di JP Morgan, che alimenta la paura di una grande correzione nel 2022.

Target Morgan Stanley su S&P 500 e tassi Treasuries

Gli analisti di Morgan Stanley hanno di conseguenza un target price sull’indice S&P 500, per la fine dell’anno, pari a 4.400 punti, inferiore dunque del 6% circa rispetto ai livelli attuali.

I tassi dei Treasuries a 10 anni sono attesi in crescita al 2,10% entro la fine dell’anno prossimo, sulla scia di un miglioramento della crescita e di tassi reali più elevati, rispetto all’1,55% attuale.

Riguardo all’inflazione, Morgan Stanley calcola che il picco sarà testato nel trimestre corrente, credendo di conseguenza all’assunto della Federal Reserve di Jerome Powell, secondo cui il balzo delle pressioni inflazionistiche abbia una natura transitoria.

Gli strategist ritengono di fatto che, non solo quella americana, ma l’inflazione di tutto il mondo decelererà il passo nell’arco dei prossimi 12 mesi, grazie al base effect – ovvero ai paragoni su base annua dei dati relativi ai mesi del 2022 rispetto a quelli del 2021 – e anche ai minori problemi che colpiranno le catene di approviggionamento: problemi che spiegano in gran parte l’aumento dell’inflazione provocato dal reopening dell’economia.

Per questo, secondo gli strategist la Fed alzerà i tassi soltanto nel 2023: il loro outlook sulla prima stretta monetaria Usa contraddice non solo quello di alcuni membri hawkish della Fed, come James Bullard, ma lo stesso numero uno di Morgan Stanley, il ceo James Gorman che, qualche settimana fa, oltre a dire la sua sulle criptovalute, aveva invitato Jerome Powell & Co a fare qualcosa per far scoppiare “quella bolla”.

Al di là dei mercati dei paesi avanzati, il team di Morgan Stanley consiglia fine agli investitori di aver pazienza e di attendere l’indebolimento del dollaro, prima di considerare le azioni e i bond dei mercati emergenti.

Sul fronte del forex, le scelte ricadono sul dollaro canadese e sulla corona norvegese: le previsioni sono anche di uno yuan ampiamente stabile.

Riguardo alle commodities, la banca preferisce il petrolio all’oro, sottolineando che i prezzi dei metalli fanno fronte a uno scenario sfidante.