Notizie Risparmio Spesa di Natale, vendita diretta in controtendenza: +7,8%

Spesa di Natale, vendita diretta in controtendenza: +7,8%

18 Dicembre 2012 10:25

In un momento di contrazione dei consumi, particolarmente evidente nel periodo natalizio, una sorpresa arriva dal settore delle vendite a domicilio. Secondo quanto rilevato da Univendita, la maggiore associazione di categoria italiana che riunisce le aziende di eccellenza della vendita diretta a domicilio, rispetto al fatturato delle vendite festive del 2011, quest’anno vedrà un incremento del 7,8%. Se infatti nel novembre dello scorso anno (novembre è il mese più significativo per misurare gli acquisti delle feste) le vendite dirette avevano totalizzato 245 milioni di fatturato, quest’anno le proiezioni evidenziano un netto miglioramento. Il tutto in netta controtendenza rispetto alle previsioni sui consumi degli italiani comunicate nei giorni scorsi da alcune associazioni di categoria (rispetto al Natale 2011 Confesercenti prevede infatti consumi in calo del 3%, dato in linea con quello di Codacons, mentre per Federconsumatori la flessione è addirittura dell’11-12%).
Secondo il presidente di Univendita, Luca Pozzoli, siamo di fronte a un cambiamento nei modelli di spesa: in presenza di un calo dei consumi provocato dalla crisi, gli italiani si rivolgono alla qualità. La congiuntura costringe a essere più selettivi nelle scelte, a privilegiare beni che durino nel tempo.
Il settore merceologico che ha trainato le vendite natalizie è stato quello dei beni durevoli per la casa, che hanno segnato un + 9,5%; segue il comparto altri beni e servizi con un 8,7% (da segnalare il + 18,5% registrato dal settore viaggi e vacanze); quindi il + 5,9% per cosmesi e accessori moda e il + 3,7% di alimentari e beni di consumo della casa, il settore tradizionalmente meno interessato dai regali e che quindi mantiene il trend di crescita conosciuto nel corso del 2012.
Per le aziende Univendita i beni durevoli per la casa segnano un deciso progresso in prossimità del Natale rispetto a un andamento negativo del 9,4% rilevato dall’osservatorio Findomestic nel 2012.