La speculazione strapazza l’Europa: il conto della crisi lievita con Lisbona e Madrid
Borse europee senza pace. I venti di guerra che soffiano sempre più forti tra la Corea del Nord e del Sud e la crisi del debito nel Vecchio Continente non lasciano spiragli a un’inversione di tendenza sui mercati. In questo momento Parigi cede l’1,63%, Francoforte l’1,22%, Madrid -2,72%. “C’è una combinazione di notizie negative che fa bruciare il mercato oggi”, segnalano nelle sale operative. Neanche la smentita del Portogallo alla notizia riportata questa mattina dal Financial Times Deutschland, secondo cui Lisbona sarebbe sotto pressione da parte dell’Ue e della Bce per chiedere aiuti finanziari, in modo anche da evitare il contagio alla vicina Spagna, fortemente esposta nel Paese, sortisce gli effetti sperati.
È “assolutamente falso qualsiasi riferimento” a un piano d’aiuto della Commissione europea, “noi non l’abbiamo proposto e loro non l’hanno richiesto”, ha tuonato a stretto giro il presidente della Commissione Europea, Josè Barroso, in una conferenza stampa alla sede dell’Ocse. E infine anche Berlino ha chiuso il cerchio, comunicando attraverso il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert che “la Germania non sta facendo pressioni su nessuno per la richiesta di finanziamenti da parte del fondo di salvataggio”.
Per certificare che la situazione non è critica: il parlamento portoghese ha approvato la finanziaria antideficit 2011 presentata dal governo del premier socialista Josè Socrates. Il documento finanziario è stato adottato con il voto favorevole dei socialisti e l’astensione del principale partito di opposizione, il Psd. Il giro di vite senza precedenti deciso dal governo per il 2011 punta a riportare il deficit pubblico dal 7,3% al 4,6% l’anno prossimo. La manovra prevede tagli agli stipendi degli statali, agli investimenti pubblici e alla spesa sociale, il congelamento delle pensioni, l’aumento di Iva e Irpef.
Ma la situazione è fuori controllo, almeno sulle Borse. Basta guardare come si muove il comparto bancario. Banco Espirito Santo, la banca portoghese più grande per valore di mercato, cede l’1,1%, Bbva perde il 3,76%, Santander il 4,09%, Banco Popular Espanol il 4,06% e Bankinter il 3,61%. Anche gli analisti si sono messi all’opera. Secondo un calcolo fatto dalla banca britannica Hsbc, citato dal Wall Street Journal, il Portogallo potrebbe avere bisogno di poco meno di 52 miliardi di euro in tre anni per coprire il suo deficit, mentre per la Spagna sarebbero necessari almeno 350 miliardi.
Una cifra che metterebbe a dura prova il fondo salva-stati europeo, che ha una dotazione di 500 miliardi di euro, cui si aggiungono 250 miliardi dal Fondo monetario internazionale. Di fronte alla necessità di aiuti così ingenti, ieri erano circolate voci sull’ipotesi di un raddoppio dei fondi del meccanismo di stabilizzazione finanziaria europea, voci smentite a Bruxelles da un portavoce della Commissione europea. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le voci su Madrid. Le possibilità che la Spagna entri in un tale circolo vizioso potrebbero aumentare il prossimo anno, quando Madrid dovrà rimborsare 192 miliardi di euro, ossia un quinto del debito totale che verrà a maturazione nel 2041. Ma la speculazione si porta avanti. E il nervosismo degli investitori sulla Spagna arriva mentre il paese sta cercando di gestire il deficit, che lo scorso anno ha toccato l’11,1% del Pil.