La speculazione marcia sui mercati; nuovo record per spread di Spagna e Italia
Le Borse europee proseguono la seduta all’insegna del nervosismo. Parigi perde lo 0,15%, Madrid lo 0,13%, Amsterdam lo 0,02%. Male anche Milano con il Ftse Mib che cede lo 0,61% a 19.194 punti. Il piano di aiuti per Dublino è già passato nel dimenticatoio, è la speculazione a dettare il passo sui mercati. Nelle sale operative sono diverse le voci che circolano anche questa mattina. Se ieri il bersaglio era l’Italia, oggi invece ci si sbizzarisce. “Standard & Poor’s potrebbe mettere in credit watch la Francia”, dice un operatore. Un secondo trader segnala invece che sembra che anche le banche tedesche potrebbero avere problemi di liquidità. “I mercati si muovono in balia di rumors, ormai è chiaro. Il pacchetto di salvataggio per l’Irlanda da 85 miliardi di euro messo a punto domenica scorsa dall’Eurogruppo non è riuscito a bloccare l’effetto contagio”, è il commento che va per la maggiore di sala operativa in sala operativa. Risultato: giù le Borse, giù l’euro ed volano i tassi di interesse sul debito dei Paesi più deboli. È record per il premio di rendimento che i titoli di Stato decennali spagnoli pagano sul bund tedesco, segno che sui mercati, dopo il Portogallo, si guarda al prossimo possibile obiettivo della speculazione. Lo spread della Spagna viaggia a 290 punti base, un livello mai toccato negli undici anni di vita dell’euro. Viaggia in rialzo anche il premio di rendimento del Portogallo, a 435 punti, anche se al di sotto dei 459 punti di massimo storico segnati a metà novembre, mentre rimane alto lo spread irlandese (657) nonostante il piano di salvataggio approvato domenica. Non è certamente un caso: i primi della lista nell’agenda della speculazione sono proprio Spagna e Portogallo, anelli deboli in Europa dove la crisi potrebbe allargarsi a macchia d’olio. Giovedì è in programma l’asta spagnola, che deve a collocare fra 1,75 e 2,75 miliardi e soffre per i molti interrogativi che riguardano la solidità delle sue banche. E anche se le frecciate della speculazione come già accaduto ieri con il collocamento dei Btp italiani potrebbero rivelarsi solo boutade fanno presa in Borsa. La speculazione non molla l’osso neanche sull’Italia: questa mattina lo spread tra btp e bund tedeschi ha toccato nuovi massimi. Il premio di rendimento che i Btp decennali italiani pagano rispetto ai bund tedeschi è volato fino a 210 punti base, segnando un nuovo massimo da quando esiste l’euro. Nelle sale operative segnalano che sembra che la liquidità sia asciugata. In particolare da Londra un operatore osserva che “al di fuori delle emissioni tedesche, non ci sono scambi”. Ad ogni modo chi si fa solleticare dai complotti, oggi qualche indizio lo può trovare sul Financial Times. “I conti pubblici dell’Italia sono migliori che in altri Paesi, le banche sono solide e il debito privato è basso. Ma le speculazioni dei mercati e le incertezze politiche sul futuro della coalizione al governo di Silvio Berlusconi stanno aumentando i timori di contagio”, denuncia il quotidiano della City, in una corrispondenza che raccoglie i commenti di diversi economisti. “Il rapporto debito/Pil dell’Italia – precisa ancora il giornale – è il più alto dell’area euro dopo la Grecia. Ma l’economia dovrebbe crescere dell’1% quest’anno e il deficit ridursi al livello più gestibile del 5% del Pil”. Numeri impegnativi, ma che visti in termini relativi allontanano l’Italia dal quartetto Pigs. Il punto debole italiano, tuttavia, è la stabilità politica secondo il quotidiano della City: per l’Italia i timori sono in aumento, aggravati dall’incertezza sulla stabilità politica in vista delle mozioni di fiducia (al Senato) e sfiducia (alla Camera) del 14 dicembre. E Franklin Allen, professore di finanza alla University of Pennsylvania sentito dal Ft, ragiona: “se il costo del debito italiano dovesse salire di uno o due punti percentuali, la crisi entrerebbe in una fase nuova e più grave”. Un quadro a tinte scure, che ripropone un copione già masticato. Ieri l’occasione alla speculazione l’ha fornita l’asta sui Btp e CCT. Prima che ne venissero comunicati i risultati – ricorda un trader – “qualcuno ha messo in giro rumors secondo cui l’asta sarebbe andata male, con l’ammontare in offerta non interamente coperto”. Un episodio , simile a quello di giovedì scorso, quando durante l’asta sui Bot erano circolate voci di un imminente declassamento del debito italiano, prontamente smentito da Moody’s. L’asta, al contrario, si è conclusa con una domanda discreta, 9,1 miliardi contro i sette offerti, anche se i tassi sono volati, guadagnando oltre mezzo punto percentuale rispetto a meno di due mesi fa. Ma le voci circolate, e i risultati in chiaroscuro del collocamento, hanno fatto comunque balzare il premio di rendimento dei Btp decennali rispetto al bund tedesco. Oggi si replica, ma è chiaro che bisognerà farci il callo.