Notizie ETF Source spinge sull’acceleratore. Caleffi: per ETF potenziale crescita è ancora enorme

Source spinge sull’acceleratore. Caleffi: per ETF potenziale crescita è ancora enorme

Pubblicato 1 Luglio 2014 Aggiornato 26 Settembre 2022 08:39

ETF News ha incontrato Stefano Caleffi, responsabile per il mercato italiano di Source, che ha fatto il punto sui temi caldi del mercato e vede ancora un potenziale enorme per gli ETF se si guarda all’esperienza statunitense. Source, quinto maggiore fornitore europeo di ETP in termini di patrimonio gestito, conta di implementare la propria crescita a seguito dell’investimento di Warburg Pincus, società globale di private equity focalizzata in investimenti di tipo “growStefano Caleffi - Sourceth” che ha acquistato una partecipazione di maggioranza.

Quali i principali segnali arrivati dal mercato ETF in questa prima metà dell’anno?
Credo che i recenti afflussi nel mercato degli ETF riflettano il crescente interesse da parte degli investitori in questo segmento d’investimento, e gli investitori stanno imparando ad utilizzare gli ETF con modalità diverse per ottenere una varietà di obiettivi differenti. Un’analisi attenta dei dati mostra che il trend più persistente è la ricerca di “yield” ossia di rendimenti elevati. Da gennaio la maggior parte degli afflussi in prodotti a reddito fisso è confluita in prodotti concentrati su ETF che investono in titoli a breve scadenza, con una duration interessante sotto il profilo rischio/rendimento. Abbiamo anche visto interesse in altri nostri prodotti ad alto rendimento, tra cui obbligazioni garantite e debito di paesi emergenti. Nel mercato azionario gli investitori stanno aumentando l’esposizione a settori ciclici, con alcuni investitori che tornano sui paesi emergenti. Gli ETF settoriali rimangono, per Source, i fondi maggiormente scambiati. Ciò che abbiamo potuto osservare è che gli investitori stanno utilizzando moltissimo gli ETF su settori, per ottenere sia un’esposizione strategica di lungo termine che un’esposizione tattica liquida.
Per quanto riguarda le materie prime, i flussi d’investimento si sono stabilizzati dopo i grandi disinvestimenti visti nel 2013. Abbiamo visto livelli elevati di attività nei prodotti sui metalli preziosi e sul petrolio, in particolar modo su platino e palladio. Abbiamo, inoltre, notato un interesse crescente nei settori Oil & Gas con tensioni in aumento nel Medio Oriente. Il nostro prodotto su MLP, primo fondo in Europa ad offrire esposizione alle Master Limited Partnerships, ha attratto numerosi investitori offrendo accesso alla rivoluzione energetica americana e generando forti rendimenti con dividendi fino al 6%.

Il 2014 sta evidenziando un costante interesse verso i replicanti obbligazionari, è solo dovuto dell’attuale momentum sui mercati o anche merito del costante aumento di varietà di offerta di strumenti legati a questa asset class?
E’ dovuto a diverse ragioni. Gli investitori stanno iniziando ad essere più a loro agio con utilizzare gli ETF come veicoli fixed income, cominciando a confrontarli a fondi obbligazionari tradizionali. Nell’ambito fixed income i rendimenti bassi per molto tempo hanno reso più difficile creare valore in questa asset class e trovare allocazioni obbligazionarie efficienti. Gli investitori interessati ad ottenere esposizione al mercato obbligazionario si rivolgono dunque agli ETF per conseguire un accesso più efficiente e mirato. Alcuni segmenti del mercato sono tradizionalmente difficili da raggiungere, ma esistono ora ETF che permettono accesso a strategie e mercati di nicchia.

In Italia la conoscenza degli ETF tra gli investitori è in costante aumento, ma ancora relativamente bassa. Cosa manca ancora per la definitiva consacrazione?
Il mercato europeo degli ETF è frammentato, con fondi negoziati su diverse borse valori e in valute diverse. Questa struttura del mercato ha rallentato l’espansione degli ETF in Europa. Al contrario, l’omogeneità del mercato americano ha permesso una più rapida espansione di questi prodotti, e il mercato degli Stati Uniti si trova in uno stadio più avanzato in termini di conoscenza e utilizzo degli ETF. Di recente, Source e altri 10 fornitori di ETF si sono rivolti alla European Securities Market Authority (ESMA) chiedendo di inserire nell’aggiornamento alla direttiva MiFID provvedimenti volti a garantire maggiore visibilità sulle regole di trading degli ETF. Ad esempio, l’introduzione di una “consolidated tape” dovrebbe fornire un livello di trasparenza migliore. Tuttavia, per provvedimenti come questo si dovrà ancora attendere qualche anno; nel frattempo è importante muoversi nella direzione di una maggiore trasparenza, liquidità e facilità di negoziazione degli ETF. Saranno questi gli elementi critici per vincere la fiducia degli investitori.
Se prendiamo gli Stati Uniti come proxy dell’evoluzione del mercato europeo nei prossimi anni, il potenziale è enorme. Solo il 2-3% degli investitori retail europei compra ETF, contro il 50% negli Stati Uniti. Un grado di partecipazione simile è raggiungibile soltanto con una maggiore informazione ed educazione agli investitori, privati e professionali. È necessario cambiare la percezione che gli investitori hanno degli ETF, e per farlo devono comprenderne il funzionamento ed i vantaggi. Sensibilizzare gli investitori è uno degli obiettivi che Source si pone, con attenzione particolare ad alcuni mercati tra cui l’Italia.

Gli ETF smart beta stanno prendendo sempre più piede, l’investitore europeo è già pronto per comprendere la differente offerta rispetto ai tradizionali indici a capitalizzazione e farne un utilizzo consapevole?
Sinceramente credo che la maggior parte degli investitori veda gli ETF ancora come semplici replicanti di un determinato indice. Gli investitori che conoscono le strategie ‘Smart beta’ le sostituiscono a fondi tradizionali ponderati in base alla capitalizzazione di mercato in qualità di allocazioni core. Questo è generalmente il modo migliore per impiegare un investimento Smart beta. Si è parlato molto delle carenze/mancanze dei benchmark ponderati per la capitalizzazione di mercato durante gli scorsi mesi, ed in parallelo stiamo assistendo alla crescente adozione di benchmark basati su altri fattori. Con il tempo il mercato sarà in grado di effettuare confronti più informati sulle due tipologie e i clienti potranno dunque decidere quale è più consona ai loro obiettivi.

Il tracollo dell’oro dello scorso anno ha spento un po’ i riflettori dagli ETP legati alle commodity. E’ un’asset class da riscoprire e quali segmenti offrono oggi più spunti di interesse?
Si è sentito molto parlare di un’ulteriore caduta del prezzo dell’oro, che potrebbe scendere fino $1.200 all’oncia. La diminuzione del prezzo è dovuta soprattutto ad una migliore situazione economica globale, in particolare negli Stati Uniti, e prospettive inflazionistiche contenute. Questi elementi rimangono immutati, ma a questi si aggiungo elementi di tensione in Russia e più di recente nel Medio Oriente. Aspettative di instabilità politica in alcune parti del mondo fanno dell’oro, noto valore rifugio, un investimento attraente. La situazione attuale in Iraq, secondo produttore di petrolio al mondo, costituisce una forte minaccia all’offerta globale di petrolio. Poiché circa l’80% delle riserve di petrolio si trovano nel sud del paese, la fornitura/estrazione rischierebbe di essere interrotta se continuassero le azioni dei militanti. Lo scenario peggiore è quello di una guerra civile nella zona. Chiaramente speriamo che il conflitto si risolva in maniera pacifica ed al più presto, ma se questo non dovesse succedere ci aspettiamo un aumento significativo del prezzo del petrolio.
Un modo per coprirsi da questo rischio è tramite ETC sul petrolio. Source propone uno strumento legato all’S&P GSCI Brent Crude Oil Enhanced Index che presenta un meccanismo di rinnovo dei contratti future al terzo o al settimo mese, secondo la pendenza della curva dei futures. Il Brent è attualmente in backwardation, ma la selezione dinamica dei futures è importante se il mercato riverte in contago.

Source quest’anno mostra un aumento a doppia cifra delle masse gestite ed è quarto in Europa per afflussi nei primi 5 mesi dell’anno. Cosa c’è dietro questi numeri e quali sono gli obiettivi per il prossimo futuro alla luce anche del nuovo azionista di riferimento?
Il nostro successo è funzione dell’abilità di Source di ideare prodotti innovativi. Stiamo espandendo la nostra base clienti, raggiungendo anche molti investitori che non avevamo precedentemente mai considerato di investire in ETF. Continueremo a cercare le migliori soluzioni per i nostri investitori e l’investimento di Warburg Pincus ci fornisce nuove risorse finanziarie per portare avanti lo sviluppo di nuove idee e rendere i prodotti esistenti ancora più efficienti. Saremo cosí in grado di far conoscere il marchio Source e promuovere l’educazione agli ETF.

Source si caratterizza per la proposta di ETF legati a sottostanti non tradizionali. I cosiddetti “smart beta” sono prodotti alla portata solo degli investitori più sofisticati o si prestano a essere compresi e utilizzati in modo efficace anche dal pubblico retail?
Un prodotto non deve necessariamente essere complesso per essere ‘smart’. I prodotti ‘smart beta’ o ‘beta plus’ sono utili per l’investitore che intende migliorare i rendimenti ponderati per il rischio. Per qualsiasi prodotto è fondamentale che l’investitore ne comprenda gli obiettivi e la metodologia. L’investitore medio ha veramente capito a pieno il funzionamento degli indici tradizionali ponderati in base alla capitalizzazione di mercato, citati spesso nei giornali e dai gestori? Sono consapevoli dei rischi? Ad esempio, sono coscienti che investire in un indice simile può voler dire comprare una maggioranza di titoli il cui prezzo è già aumentato e meno in titoli il cui prezzo è diminuito. Questo approccio contravviene il principio base di comprare a prezzi bassi e rivendere quando i prezzi sono aumentati, ma penso che pochi investitori ci pensino. Se come industria non vogliamo perdere una grande porzione di potenziali clienti, dobbiamo educare gli investitori circa la varietà di strategie d’investimento disponibili.

Quali novità ha in serbo Source per il prossimo futuro? C’è qualche progetto legato all’Italia in particolare?
Siamo alla ricerca costante di strategie e mercati che possano beneficiare investitori in Europa. L’Italia è un mercato di grande importanza per Source, e rimane un focus per le nostre attività.