Sostenibilità, Italia al 25° posto nella classifica dei Paesi Ocse guidata dalla Danimarca. Aumenta il rischio povertà
Solo un lieve miglioramento. Ma l’Italia occupa sempre i vagoni di coda del treno Ocse, nello specifico il venticinquesimo posto nella lista dei 34 Paesi sviluppati membri dell’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo sviluppo economico, secondo la classifica semestrale di “sostenibilità” stilata da Degroof Petercam, società di consulenza nata dalla fusione tra Bank Degroof e Petercam. La classifica, che vede l’Italia guadagnare solo due posizioni rispetto all’anno scorso, valuta la sostenibilità dei Paesi in base a cinque parametri, e cioè la trasparenza e i valori democratici; l’ambiente; l’istruzione; la popolazione, il sistema sanitario e la distribuzione della ricchezza; e, infine, l’economia nel suo complesso.
Italia lontana dalle prime posizioni
L’Italia, che occupa ora il 25esimo posto, è nel primo semestre del 2015 solo in una posizione lievemente migliore rispetto al passato. Nel pilastro dell’ambiente, l’Italia ha un punteggio maggiore grazie alla biodiversità e alla vulnerabilità al cambiamento climatico. Anche nel campo della trasparenza si è registrato un lieve progresso, relativo e assoluto, per esempio in merito alla libertà di stampa. Proprio nel pilastro della trasparenza l’Italia sale di un posto, rimanendo però al di sotto della media Ocse in vari indicatori, come quello relativo alla corruzione, alla forza delle istituzioni e alla stessa libertà di stampa.
Nel complesso, il Paese mostra alcuni miglioramenti, ma in materia di istruzione e innovazione resta molto indietro, esibendo un punteggio sotto la media in tutti gli indicatori. “Per questi motivi – è scritto nella ricerca – sorgono seri dubbi sulla capacità dell’Italia di guadagnare ulteriori posizioni in futuro”. Inoltre, il rischio povertà sta aumentando, con il Pil pro capite in calo. E i cittadini sembrano meno soddisfatti della propria vita.
Coopenhagen in cima alla classifica
Grazie alla posizione di leader nell’area “trasparenza e valori democratici”, la Danimarca conquista il primo posto nella classifica della sostenibilità di Degroof Petercam, seguita da Svizzera, Islanda, Finlandia, Lussemburgo e Norvegia. La Germania si colloca al decimo posto davanti alla Gran Bretagna. Quanto a Coopenhagen si è posizionata tra le prime tre nazioni in tutti i pilastri della sostenibilità, con l’eccezione dell’istruzione. “La Danimarca si distingue per la volontà di propugnare un quadro di pace e sostegno reciproco”, è il commento del team di Degroof Petercam. Vantando il più basso livello di corruzione, così come un tasso di omicidi tra i più modesti, il Paese è anche impegnato nello sviluppo globale sostenibile, essendo uno degli Stati più generosi in termini di donazioni: lo 0,9% del suo Pil, infatti, è destinato agli aiuti allo sviluppo. Tra le altre cose, i danesi beneficiano delle migliori condizioni abitative e appartengono alla classe di cittadini più soddisfatti in termini di qualità della vita. Peccato che nel campo dell’istruzione la Danimarca non abbia ancora raggiunto l’eccellenza. “Ciò è sorprendente per un Paese che mostra un impegno così elevato ed è un esempio nella riduzione della povertà e delle iniquità sociali”, conclude la ricerca.