Software pirata in azienda: quando non conviene
L’utilizzo di software contraffatti da parte delle imprese italiane non solo ha un impatto negativo nel settore in cui esse operano, ma finisce per intaccare anche l’insieme del sistema produttivo del Paese. Peraltro, l’utilizzare software illegali non porta a evidenti vantaggi dal punto di vista finanziario alle imprese, a fronte invece di elevati rischi dal punto di vista legale. Sono le due evidenze principali che emergono dalla ricerca “Software contraffatti e concorrenza sleale. Il caso italiano” realizzata dal Centro di Ricerche su Sostenibilità e Valore (CReSV) della Bocconi in collaborazione con Microsoft Italia su un campione di 289 società quotate italiane.
Lo studio, presentato oggi in Bocconi, mostra come l’Italia sia il secondo paese in Europa per uso di software contraffatti dalle aziende, con un tasso di pirateria che si aggira intorno al 48%, rispetto a una media europea del 34%. Per capire se la pirateria abbia un impatto sulla competitività del sistema-paese e per comprendere quali siano gli effetti specifici dal punto di vista finanziario che i concorrenti sleali generano sulle imprese oneste, i ricercatori del CReSV hanno analizzato le relazioni statistiche tra l’investimento in software e tutte le principali variabili economico-finanziarie delle aziende, partendo dal presupposto che maggiori investimenti in software siano sinonimo di minor ricorso a software illegali.
In primo luogo, emerge che vi è una correlazione positiva tra capitale circolante e investimento in software, ovvero che alti livelli di investimenti in software sono correlati ad alti livelli di capitale circolante nelle aziende. Quindi le aziende con livelli più bassi di capitale circolante (che sono quindi più abili nel generare flussi di cassa) ricorrono mediamente di più ai software contraffatti. Questa pratica distorce il mercato, sostengono i ricercatori, poiché le imprese con maggiori livelli di capitale circolante (principalmente le start-up e le imprese giovani), che già tendenzialmente hanno una peggiore situazione finanziaria e maggiori difficoltà a generare flussi di cassa, si trovano a dover fronteggiare una difficoltà in più.
Sul fronte della profittabilità dell’uso di programmi pirata versus le conseguenze legali alle quali si espongono le aziende, un investimento in software legale non danneggia l’equilibrio finanziario poiché le società che necessitano di risorse da investire in proprietà intellettuale si approvvigionano proporzionalmente di capitale proprio e di terzi, quindi la struttura finanziaria non viene intaccata. Almeno da questo punto di vista, quindi, usare software pirati non è conveniente, visto invece il forte rischio sul fronte legale.