Un mestiere contro la crisi del precariato? Il commesso viaggiatore
Nel 2012 ha auperato quota 60 mila. E’ il popolo degli addetti alla vendita diretta, forza lavoro delle dieci aziende associate Univendita, che ha fatto del commercio a domicilio una risposta contro la crisi.
L’indagine “Vita di un commesso viaggiatore: una professione stabile nell’economia del precariato” effettuata dall’associazione tra 750 incaricati, evidenzia come questo mestiere sia percepito come di facile accesso, fonte di sicurezza e soddisfazione, frutto di una scelta precisa e che si sta dimostrando anticiclico in anni di crisi.
Il campione di incaricati mostra una netta prevalenza della componente femminile (81,3%), la maggioranza di persone coniugate (77%) e una distribuzione anagrafica che colloca gli addetti per il 33,2% nella fascia 45/54 anni, per il 26,3% nella fascia 35/44, per il 17,7% nell’intervallo 25/34 anni e per il 15,1% nell’intervallo 55/64 anni.
Il primo aspetto che emerge dall’indagine è che il 42% degli incaricati è in azienda da oltre 6 anni e un ulteriore 13,1% da 3 a 6 anni. Indicativo il trend nelle fasce dei cosiddetti esodati, ossia chi ha perso il lavoro in età matura, ma è ancora lontano dalla pensione: l’alta percentuale di persone fra i 45 e i 54 anni che lavorano per un’azienda di vendita a domicilio da meno di un anno è pari al 17%, fra 1 e 3 anni del 20%; se ci si sposta alla fascia d’età successiva, fra gli addetti alla vendita di età compresa fra i 55 e i 64 anni, quasi il 10% ha un’anzianità aziendale tra 1 e 3 anni. «Questa è la prova -commenta il presidente di Univendita Luca Pozzoli- che la vendita a domicilio rappresenta un’occasione concreta di impiego con il vantaggio di non avere barriere all’ingresso sia per chi in età matura, come gli over 55, ha perso l’occupazione, sia per i giovani, come gli under 35, alla faticosa ricerca di un lavoro».
Sono inoltre il 57% le persone che hanno intrapreso la professione di venditore diretto a meno di un mese dall’ultimo impiego.
Ma c’è un altro aspetto da considerare nella professione dei commessi viaggiatori del ventunesimo secolo: il fattore soddisfazione. Dall’indagine emerge un grado di soddisfazione altissimo: il 95% degli incaricati, infatti, spende un giudizio positivo sulla propria attività, tanto che oltre un incaricato su tre non cambierebbe lavoro neppure per un posto fisso da dipendente.