Notizie Notizie Mondo Singapore si candida al titolo di economia numero uno al mondo: crescita 2010 prevista al 15%

Singapore si candida al titolo di economia numero uno al mondo: crescita 2010 prevista al 15%

14 Luglio 2010 07:25

L’uccellino Singapore viaggia sulla schiena dell’elefante Cina e si prepara a spiccare il volo. Sarà infatti la città Stato, uno degli anelli di congiunzione tra Cina continentale e mondo occidentale, l’economia guida del 2010. Singapore ha alzato oggi le stime di crescita del Pil 2010 fino al 15%, in particolare tra il 13 e il 15%, contro precedenti stime che si attestavano tra il 7 e il 9%.

 

L’annuncio è stato dato dal ministro del Commercio e dell’Industria nell’ambito della pubblicazione dei dati sul Pil del secondo trimestre dell’anno, che hanno mostrato un eccezionale +19,3% rispetto ai tre mesi precedenti e un +26% rispetto a un anno prima. Ma indicazioni in questo senso erano giunte già dall’outlook del Fondo monetario internazionale di giovedì scorso.

 

Quelli attesi per Singapore sono livelli di crescita che non possono essere vantati nemmeno dal vicino gigante cinese o dall’economia del subcontinente indiano: il Fondo monetario internazionale stima infatti per Cina e India un tasso di espansione rispettivamente del 10,5 e del 9,4% nel 2010. Il traino esercitato dall’economia cinese è tuttavia evidente. Anche l’Australia, che con i suoi giacimenti minerari soddisfa la fame di materie prime della Cina, ha recentemente rivisto al rialzo, dal 2 al 2,25%, le previsioni di crescita per l’esercizio finanziario 2009-2010.


Singapore invece, forte della sua posizione di centro finanziario e di fulcro della ricerca per il settore farmaceutico e dell’elettronica, è soprattutto un’economia aperta, punto di smistamento per gli scambi internazionali e fortemente influenzata dalla domanda estera. Tanto da soffrire più di altre nelle fasi di rallentamento, come nel 2009, quando l’economia si era contratta al tasso dell’1,3 per cento.


I dati annunciati oggi da Singapore sono ancora più stupefacenti se messi a confronto con le stime per Stati Uniti o Eurolandia, che l’Fmi vede in crescita nell’anno rispettivamente del 3,3% e dell’1 per percento, ossia cinque e quindici volte meno della città Stato.