Si smorzano le tensioni sui mkt obbligazionari, per strategist meglio non abbassare la guardia
Si smorzano, anche se di poco, le tensioni sui mercati obbligazionari. Resta alta la guardia sui periferici sempre i più bersagliati dalla speculazione, anche se questa mattina emergono lievi miglioramenti per quanto riguarda Irlanda e Portogallo. Sulla graticola oggi salgono la Spagna e l’Italia. Il premio riconosciuto dal decennale di Madrid in tarda mattinata si gira attorno ai 226 punti base dai 220 punti base ieri e dai 195 di una settimana fa, dopo un picco di 232 punti base che rappresenta un record dal varo dell’unione monetaria.
Sensibile anche il peggioramento riscontrato dal titolo italiano, il cui spread rispetto al Bund è stato indicato a 185 punti base, dopo avere aggiornato anche qui – a oltre 191 punti base – il nuovo massimo da quanto è stata introdotta la moneta unica. Sui mercati si teme che Dublino tenda il cappello all’Unione europea per poter accedere al fondo salva-stati.
I mercati obbligazionari stanno seguendo un comportamento “irrazionale”, ha denunciato il premier irlandese Brian Cowen, al quotidiano nazionale Irish Independent, all’indomani del balzo di un punto percentuale dei rendimenti sui bond irlandesi al 9,26%. I timori sulla capacità dell’Irlanda, il cui governo ha ammesso che la finanziaria da 15 miliardi in quattro anni potrebbe aumentare in valore, si sono sommate in questi giorni alle discussioni, a livello europeo, su come far ricadere esclusivamente sui detentori di bond in futuro un eventuale default di uno Stato sovrano.
Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha dichiarato in mattinata che negli ultimi giorni non ci sono stati contatti fra il fondo e l’Irlanda al di là dei normali contatti per le operazioni day-to-day. Nessun approccio dunque da parte dell’Irlanda per esplorare la possibilità di ricevere aiuti come da speculazioni di mercato. “Il settore immobiliare irlandese continuerà a mostrare segni di evidente debolezza e le perdite del sistema bancario sono destinate a salire ulteriormente, nonostante le iniezioni di capitale da parte del governo di Dublino”, è il commento degli analisti del Credit Suisse.
“L’incertezza politica ha chiaramente avuto un impatto negativo sui mercati dei bond e in particolare su quelli irlandesi che sono schizzati da inizio novembre. Pensiamo comunque che le preoccupazioni dei mercati siano eccessive – aggiungono – . Il nostro consiglio è quello di mandare i titoli di Stato irlandesi”. “Le tensioni almeno fino a questo momento sembrano essersi smorzate, in Irlanda in maniera sensibile anche se lo spread rimane ancora molto, molto alto”, commenta Luca Cazzulani, strategist di UniCredit Research.
“Quello cui stiamo assistendo stamattina fa parte di un episodio di volatilità, non di un abbassamento degli spread – avverte Cazzulani – . Navigare a vista rimarrà la parola chiave per questo argomento: le problematiche ci sono e sono note tutte, la cui risoluzione avrà un risvolto politico, non solo economico. Siamo destinati a vedere ancora un bel po’ di volatilità nei prossimi trimestri”.