I settori e titoli europei non scalfiti dall’onda d’urto ribassista, tra i top 5 YTD c’è anche un titolo del Ftse Mib

I mercati nelle ultime settimane hanno visto impennarsi la volatilità con vendite mirate soprattutto sul settore tecnologico. Guardando alla classifica per settori da inizio anno, in Europa spicca il -12,3% dello Stoxx 600 Technology. Sul fronte opposto, a svettare sono i titoli oil & gas con +10,2%, sotto la spinta dei nuovi massimi toccati dal petrolio. Bene anche le banche con lo Stoxx 600 Banks a +7,45%, seguito da risorse di base (+6,76%) e Assicurativi (+4,52%). Segno più infine anche per Stoxx 600 telecommunication e Stoxx 600 auto & parts.
Tenaris tra i migliori titoli europei YTD
Guardando ai singoli titoli, è proprio il comparto oil a farla da padrona tra i testimonial dell’Euro Stoxx 600. BP Plc segna +19,6%, seguita da Shel con 18,25%. Tra le top 5 si segnala anche l’italiana Tenaris con quasi +17%. Tenaris che guida quindi la graduatoria delle migliori blue chip italiane in questo mese di gennaio, seguita da Intesa Sanpaolo (+12,7%) e da altri due titoli oil (Saipem +10,57% ed Eni +10,33%).
Assist dal rally prepotente del petrolio
A dare spinto al settore, già protagonista in positivo negli ultimi due trimestri del 2021, è senza l’incessante rally del petrolio. Oggi sta andando in scena un nuovo strappo al rialzo del petrolio con il Brent che ha toccato i 90 dollari al barile per la prima volta in sette anni. Assist al petrolio arriva dalle crescenti tensioni geopolitiche. In particolare le crescenti tensioni nel conflitto Russia-Ucraina hanno causato nervosismo nel mercato per potenziali interruzioni dell’offerta. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che valuterebbe la possibilità di sanzionare Vladimir Putin se il leader russo ordinasse un’invasione dell’Ucraina.
I futures del Brent sono aumentati oggi fino al 2% toccando i 90 dollari al barile per la prima volta in sette anni. Il futures West Texas Intermediate (WTI) con scadenza marzo avanza sempre del 2% circa a $ 87,30 al barile.
Tra gli strategist c’è chi vede il petrolio toccare presto nuove vette. In particolare Goldman Sachs ha recentemente rivisto le proprie stime e prevede che il petrolio raggiungerà i 100 dollari al barile. Secondo Goldman Sachs di settimana scorsa (precedente quindi all’escalation di tensioni sull’Ucraina) i prezzi sono diretti a $ 100 al barile entro il terzo trimestre dell’anno, citando diversi fattori che vanno ad alimentare il surriscaldamento dei prezzi. Da un lato l’effetto inferiore al previsto sulla domanda della variante omicron, dall’altro le maggiori interruzioni dell’offerta e carenze OPEC+. “Ciò mantiene il mercato petrolifero globale in un disavanzo maggiore anche rispetto alle nostre previsioni (superiori a quelle di consenso)”, afferma Goldman Sachs.