Settore del lusso in spolvero in Borsa: per analisti luci e ombre sul blitz di Lvmh su Hermès
Settore del lusso in fermento in Borsa. Con un blitz a sorpresa Lvmh, il numero uno del comparto, ha acquisito il 14,2% di Hermès, partecipazione che salirà al 17,1% dopo la conversione di alcuni contratti derivati. Un’operazione da 1,45 miliardi di euro che proietta il patron di Lvmh, Bernard Arnault, tra gli azionisti principi di Hermès. Dal quartier generale di Lvmh hanno specificato che l’acquisizione non è l’anticamera di Opa, per conquistare il controllo di Hermès, ma che il gruppo punta “solo” a diventare azionista strategico di lungo termine.
L’investimento ha lo scopo di “sostenere pienamente la strategia messa in campo dalla famiglia fondatrice e dal management della società, che hanno reso il marchio uno dei gioielli del settore del lusso”, recita il comunicato. Ma è quanto basta per accendere i riflettori del mercato sul comparto. Se a Parigi Lvmh sale del 4,81% a 118,75 euro, non è da meno Hermès con un balzo del 7,55% a 189,50 euro. Anche a Milano le testimonial del lusso non stanno a guardare. Geox sale dello 0,79% a 4,46 euro, Luxottica dell’1,39% a 21,19 euro.
Fa ancora meglio Bulgari in progresso di oltre due punti percentuali (+2,28%) a 7,845 euro. Erano anni che le voci di un interesse da parte di Bernard su Hermès si rincorrevano sui mercati: dopo la morte del fondatore della storica azienda, Jean Louis Dumas, nel maggio scorso, i rumors avevano fatto capolino in Borsa con più insistenza. Da qui la decisione di non aspettare più. Di certo il timing ha giocato a favore di Arnault. L’operazione si è, infatti, concretizzata in un momento in cui il settore del lusso ha ritrovato smalto: Lvmh ha comunicato recentemente i conti del primo semestre 2010 e ne è uscito un quadro con numeri decisamente in crescita.
Le vendite sono salite nella prima parte dell’anno del 19% a oltre 9 miliardi di euro e gli utili netti sono raddoppiati (+53%) a 1,1 miliardi. Nello stesso periodo Hermès ha visto lievitare del 23% il fatturato a 1,07 miliardi e del 55% l’utile netto a 194,6 milioni. Resta invece da capire come Lvmh abbia acquisito la quota di Hermes – se dalla famiglia o no – e se a un prezzo significativamente più basso del mercato. La società ha annunciato di aver acquistato i titoli Hermès a un prezzo medio di 80,50 euro, ossia a sconto del 54% rispetto alla chiusura di venerdì scorso di 176,20 euro. Hermès da inizio anno è salito dell’85% e da luglio del 65% per una capitalizzazione di 18,6 miliardi, pari a 47 volte gli utili attesi nel 2010. Qualcosa sembra non tornare.
Secondo gli analisti interpellati da Finanza.com è probabile che il rastrellamento dei titoli Hermès da parte di Lvmh sia avvenuto nel tempo. “E’ molto probabile che Arnault abbia iniziato a comprare opzioni e derivati Hermès non meno di 4 anni fa”, commenta un analista di una primaria banca italiana. “Se guardiamo i titoli Hermès le azioni non hanno mai quotato sotto 80 euro nel 2010. E’ plausibile ritenere che il pacchetto del 14,2% di Hermes sia stato “costruito” in due fasi: prima che Lvmh abbia comprato uno stake inferiore al 5%, soglia sotto la quale non scatta l’obbligo di comunicazione alla Consob francese, e successivamente abbia comprato opzioni e derivati – prosegue. La famiglia Hermès non ha venduto: conserva la sua quota del 75%, mentre Lvmh adesso ha il 14,2%. Per molto tempo la situazione resterà così, visto il flottante di Hermès bassissimo”.
“Quello che succederà dipenderà dalla reazione degli azionisti chiave che sono rimasti nel capitale del gruppo”, sostiene Luca Solca di Bernstein nel report. “E’ chiaro che LVMH sia in pole position per spingere ulteriormente la crescita di Hermes, se ci saranno le condizioni adeguate – aggiunge l’analista della banca – LVMH potenzialmente è in grado di aggiungere valore a Hermes nel lungo termine”. Hermes ieri ha ricordato che il management è riuscito a far crescere l’utile netto in media del 10% negli ultimi dieci anni.
“Questa operazione aiuta a spiegare la stellare performance di Hermes da inizio anno”, nota Thomas Chauvet di Citi. “La ripresa dell’attività M&A o il ritorno di un dividendo agli azionisti poteva essere anticipata alla luce della rapida riduzione dell’indebitamento di LVMH negli ultimi due anni e della buona posizione finanziaria. Molte domande sulla ratio dell’annuncio strategico restano al momento senza una risposta”. Sul mercato invece sono già partite le scommesse su un prossimo consolidamento del settore: Bulgari e Burberry sono i nomi più gettonati dagli esperti di mercato. Ma in pochi sono convinti che i tempi siano davvero maturi per assistere a qualche operazione.