Notizie Notizie Mondo Settore auto ancora nella bufera, scambi in rosso in Europa

Settore auto ancora nella bufera, scambi in rosso in Europa

5 Dicembre 2008 08:50

Arrivano nuove richieste d’aiuto dall’industria automobilistica statunitense. E ancora una volta, nel giro di pochi giorni in una sola settimana, Rick Wagoner, Alan Mullaly e Bob Nardelli, i numeri uno di Genral Motors, Ford e Chrysler, si sono presentati davanti al Parlamento di Washington per ammettere le loro colpe e svelare nel dettaglio i piani per ottenere prestiti e linee di credito governative. E in una situazione di vera e propria crisi, come quella che sta attraversando il mondo delle quattro ruote a stelle e strisce, i colossi di Detroit tornano a valutare l’ipotesi di fusione o lavorare sotto la supervisione federale pur di ottenere l’aiuto del Congresso. La posta in palio è alta: 34 miliardi di dollari di sovvenzioni statali per i progetti di riordino aziendale. La cifra più alta, pari a circa 18 miliardi di dollari, finirebbe nelle mani di General Motors circa 18 miliardi.


“Chiediamo un prestito immediato di 4 miliardi di dollari – ha dichiarato il numero uno di General Motors, Rick Wagoner, davanti alla commissione bancaria al Senato – e altri 4 miliardi di dollari a gennaio”. Una seconda tranche che non era stata però inclusa nel piano di ristrutturazione svelato da Gm a metà settimana. Per quanto concerne le ipotesi di fusione con Chrysler Wagoner ha aggiunto: “Sono disposto a studiare seriamente questa eventualità”.


Intanto, la seduta odierna è iniziata e prosegue in territorio negativo per il comparto auto europeo con il Dj euro stoxx auto perde l’1,79%. Tra le peggiori performance del settore spicca quella di Peugeot che cede oltre due punti percentuali, mentre l’altra francese, Renault, indietreggia dell’1,97%. Prima mezz’ora di contrattazioni in rosso a Francoforte anche per Volkswagen in calo dell’1,71%.
Non va meglio a Piazza Affari per Fiat (-1,28%). In una nota che porta la data di oggi, l’ufficio studi di Equita sim ha rivisto al ribasso la raccomandazione sul Lingotto, portandola da “buy” a “hold”. Gli analisti hanno abbassato del 23% anche il target price del titolo Fiat, sceso a 7,3 euro. Una bocciatura che arriva all’indomani della diffusione dei dati sul mercato auto in Brasile in novembre,  peggiori delle attese (-30%).