I segnali di distensione non bastano. Piazza Affari chiude l’ultima seduta settimanale in calo
Sessione estremamente volatile per la Borsa di Milano che era partita male in scia al downgrade di Moody’s su 15 colossi bancari internazionali. Il listino meneghino si è ripreso accelerando nel primo pomeriggio e sfiorando quota 14.000 punti. Una ripresa favorita dalla notizia che la Banca centrale europea ha deciso di allentare le condizioni per i collaterali che vengono richiesti dall’Eurotower agli istituti di credito per accedere ai fondi. Il rating minimo per accettare gli Abs (asset backet securities) è stato portato a BBB. Dall’incontro di Roma tra Monti, Merkel, Hollande e Rajoy è emerso che si va verso un pacchetto per la crescita da 130 miliardi di euro e verso una tassa sulle transazioni finanziarie. L’attesa degli investitori è ora rivolta al Consiglio Europeo del prossimo 28-29 giugno.
In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,65% a 13.662,8 punti, mentre il Ftse All Share è arretrato dello 0,68% a quota 14.612,91. Il Monte dei Paschi ha svettato sul paniere principale con un rialzo del 6,23% a 0,2166 euro alla vigilia di una settimana decisiva per il futuro dell’istituto senese. Lunedì si riunisce il Cda di Rocca Salimbeni e il giorno successivo verrà presentato alla comunità finanziaria il nuovo piano industriale. Un appuntamento chiave per capire come la banca guidata da Viola e Profumo intenderà soddisfare le richieste dell’EBA. L’authority europea aveva chiesto al Monte di raccogliere 3,2 miliardi di euro e all’appello dovrebbe mancare circa 1 miliardo di euro. Secondo quanto circolato questa settimana sulla stampa, sarebbero tre le opzioni più chiacchierate: l’emissione di Co.co Bond, un nuovo ricorso ai Tremonti Bond, un aumento di capitale (ipotesi meno probabile). Contrastato il resto del comparto bancario: Popolare di Milano ha guadagnato il 3,47% a 0,3787 euro, Mediobanca il 2,55% a 3,38 euro, Banco Popolare lo 0,1% a 1,013 euro. In rosso Ubi Banca (-0,84% a 2,608 euro), Intesa SanPaolo (-1,14% a 1,037 euro), Unicredit (-0,59% a 2,686 euro).
Impregilo dopo un avvio promettente ha virato in territorio negativo chiudendo in calo del 2,38% a 3,53 euro. Ieri sera il Cda ha dato un parere positivo alla cessione di una quota pari al 19% di Ecorodovias a Primav Construcoes e Comercio. Il primo general contractor italiano, qualora dovesse cedere il 19%, resterebbe socio al 10% della società che gestisce alcune concessioni autostradali nell’area di San Paolo. Tra i titoli peggiori sul Ftse Mib da segnalare Saipem (-3,94% a 31,98 euro) e Mediolanum (-2,56% a 2,662 euro). Fiat (-0,41% a 3,892 euro) è finita sotto i riflettori di Goldman Sachs. “Nonostante le perdite operative in Europa e l’attuale incapacità di accedere alla liquidità di Chrysler, continuiamo a ritenere Fiat una delle più interessanti e attraenti storie di Borsa all’interno del comparto automotive europeo”, hanno scritto gli analisti della banca Usa. Sul Lingotto Goldman Sachs ha confermato il giudizio “conviction buy” portando il target price a 7,40 euro dal precedente 8,20 euro. Un obiettivo che implica un potenziale di upside pari al 98% rispetto agli attuali prezzi di Borsa. “Noi crediamo che la creazione di una compagnia auto globale ha spostato la fonte principale di profitti di Fiat dall’Europa al Nord America – ha scritto il broker Usa -. Essenzialmente, Fiat si è trasformata da piccola compagnia italiana dell’auto a industria statunitense con capacità produttive in Europa”.