E’ Schauble il ministro delle Finanze più virtuoso, domani prova del fuoco per Lenihan
E’ Wolfgang Schauble, titolare tedesco delle Finanze, ad aggiudicarsi il palmares come miglior ministro economico europeo in quest’anno dominato dalla crisi economica. Nella classifica stilata da Financial Times, sul podio insieme Schauble figurano il polacco Jacek Rostowki e la francese Christine Lagarde. Schauble, afferma il quotidiano della City nella quinta edizione di questa graduatoria che prende in considerazione i diciannove maggiori Paesi europei, ha accettato l’incarico con entusiasmo, emergendo come figura dominante dell’Ecofin e conservando una potente forza intellettuale in casa.
Schauble si piazza al secondo posto sul piano economico, al terzo su quello della credibilità e al quarto in politica. Rostowski si merita invece il secondo posto perché la Polonia è stato l’unico Paese europeo a non finire in recessione, ma – aggiunge il Ft – potrebbe presto dover imporre tagli di spesa. La Lagarde, che l’anno scorso aveva conquistato la prima posizione, scende di due posti ma mantiene il podio grazie al”ruolo chiave svolto nella crisi dell’eurozona, contribuendo a risolvere il dissidio franco-tedesco sui piani di salvataggio”. Per trovare l’inquilino del ministero dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, bisogna far scorrere l’indice fino al quattordicesimo posto dal quinto dell’anno scorso.
“Nelle sue stesse parole – si legge nella motivazione – la sua migliore affermazione per il successo quest’anno è che l’Italia è meno peggio di quanto si sarebbe potuto temere”. Il titolare di via XX Settembre è ottavo nella classifica politica e quattordicesimo sia in quella economica che della credibilità. Mentre l’irlandese Brian Lenihan, salito tristemente in questi giorni agli onori delle cronache, spetta il compito di chiudere la classifica del quotidiano finanziario. Lenihan è stato costretto ad accettare un aiuto europeo da 85 miliardi di euro a novembre, ma i giochi in Irlanda restano aperti: domani è prevista l’approvazione della finanziaria.
Come segnalano gli esperti di Unicredit il voto favorevole è pre-requisito per avere l’assegno da parte dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale. “Nell’eventualità in cui la finanziaria non passasse, i mercati potrebbero reagire negativamente: il salvataggio di Dublino diventerebbe più complicato”, sottolineano gli analisti. E in effetti negli ultimi giorni la situazione irlandese è diventata più ingarbugliata: alcuni partiti dell’opposizione hanno ammesso che potrebbero decidere di votare contro, riportando d’attualità il pericolo di andare alle urne con elezioni anticipate. E a pagare lo scotto per primo le Borse. “Banche e i mercati in generale potrebbero diventare ancora di più vulnerabili di fronte a un’escalation dell’incertezza”, avvertono a Piazza Cordusio.
Se a Dublino la situazione dovesse filare liscia invece, anche la reputazione di Lenihan potrebbe uscirne meno dimessa. Basta guardare a quanto successo all’ombra del Partenone, dove il greco George Papaconstantinou, che l’anno scorso languiva in penultima posizione, con un bello scatto adesso è salito in ottava posizione nella classifica FT perché è rimasto freddo quando ha negoziato aspre riforme con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale in seguito alla crisi del debito, anche se i rendimenti dei bond rimangono alti.