Scandalo Bio-on, i dettagli della procura Bologna: ‘c’era rischio bolla devastante’
Sono stati svelati i nomi dei tre manager di Bio-on accusati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Arresti domiciliari per il presidente Marco Astorri, misure cautelari interdittive del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per il vicepresidente Guido Cicognani e il presidente del collegio sindacale Gianfranco Capodaglio. In tutto sono nove indagati, a cui si aggiunge il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per 150 milioni di euro in Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia.
Sono questi i primi dettagli sull'operazione "Plastic Bubbles" del Comando provinciale della Guardia di finanza che ha agito su impulso della Procura bolognese. Dalle indagini, partite nel luglio scorso dopo la pubblicazione del report da parte del fondo Quintessential, è mersa “un'alterazione fattuale della società, finalizzata ad alterare il valore dei titoli in Borsa. Siamo intervenuti per interrompere questa artificiosa rappresentazione che la società faceva all'esterno di sé stessa” con l'obiettivo di “garantire una tranquillità del mercato ed evitare l'esplosione di una bolla economica dagli effetti potenzialmente devastanti”. Così il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, nel corso della conferenza stampa sull'inchiesta Bio-on spiega i motivi alla base dell'indagine.
Inoltre, aggiunge il capo della procura bolognese, la società “ha rappresentato nel bilancio aziende come controllate, che in realtà erano integralmente riconducibili a Bio-on, con cui la stessa instaurava dei rapporti economici. Alla luce di questo, i ricavi non corrispondevano al vero”. E questo c’è stato "fin dalla nascita della società".
Infine, il colonnello del gdf, Luca Torzani, sottolinea che “Le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente funzionali ad accrescere la capitalizzazione' e, conseguentemente, rendere più appetibili sul mercato le azioni della società”. L'inchiesta andrà avanti nei prossimi giorni.
Sono questi i primi dettagli sull'operazione "Plastic Bubbles" del Comando provinciale della Guardia di finanza che ha agito su impulso della Procura bolognese. Dalle indagini, partite nel luglio scorso dopo la pubblicazione del report da parte del fondo Quintessential, è mersa “un'alterazione fattuale della società, finalizzata ad alterare il valore dei titoli in Borsa. Siamo intervenuti per interrompere questa artificiosa rappresentazione che la società faceva all'esterno di sé stessa” con l'obiettivo di “garantire una tranquillità del mercato ed evitare l'esplosione di una bolla economica dagli effetti potenzialmente devastanti”. Così il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, nel corso della conferenza stampa sull'inchiesta Bio-on spiega i motivi alla base dell'indagine.
Inoltre, aggiunge il capo della procura bolognese, la società “ha rappresentato nel bilancio aziende come controllate, che in realtà erano integralmente riconducibili a Bio-on, con cui la stessa instaurava dei rapporti economici. Alla luce di questo, i ricavi non corrispondevano al vero”. E questo c’è stato "fin dalla nascita della società".
Infine, il colonnello del gdf, Luca Torzani, sottolinea che “Le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente funzionali ad accrescere la capitalizzazione' e, conseguentemente, rendere più appetibili sul mercato le azioni della società”. L'inchiesta andrà avanti nei prossimi giorni.