Scampato pericolo fa volare il Ftse Mib, Saipem risale dai minimi
Piazza Affari ruggisce nel giorno del via libera di Bruxelles alla Manovra 2019. L’indice Ftse Mib ha chiuso a +1,59% a quota 18.941 punti. Roma e Bruxelles hanno raggiunto un’intesa sulla nuova versione della legge di bilancio che indica un deficit 2019 al 2,04% e poggia su stime di crescita più basse (+1% il Pil 2019). Scongiurato per ora il pericolo procedura di infrazione a carico dell’Italia. L’annuncio ufficiale è arrivato a metà giornata, nel corso di una conferenza stampa indetta dal vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e dal Commissario agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici.
Dombrovskis cita gli sforzi che sono stati compiuti dall’Italia, e che consentono al paese di “evitare una procedura per deficit allo stadio attuale, posto che tutte le misure previste vengano adottate”.
Lo spread è sceso in area 255 pb proseguendo il percorso di rientro in atto da alcune settimane, ossia da quando Roma ha aperto a modifiche alla Manovra in modo da evitare la procedura d’infrazione. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso fino al 2,8%, sui minimi a quasi 3 mesi.
Il calo dello spread ha spinto soprattutto il settore bancario con in prima fila Unicredit (+2,67%) e Intesa Sanpaolo (+1,61%). Fuori dal Ftse Mib balzo del 30% per banca Carige dopo la cessione di un pacchetto Npl e l’attesa per l’assemblea di sabato.
Rialza la testa Saipem (+3,74%) dopo i forti cali delle ultime settimane in scia ai minimi ripetutamente toccati dalle quotazioni del petrolio. La sponda arriva dal nuovo contratto E&C Onshore in Russia, in Joint Venture con Renaissance, per un valore complessivo di circa 2,2 miliardi di euro. La quota di Saipem, leader della joint venture nella quale detiene una partecipazione del 50%, è pari a circa 1,1 miliardi di euro.
Debole invece Tim (-0,62%) con il mercato che continua a guardare alla lotta sulla governance. Le ultime indiscrezioni vedono la convocazione di un consiglio di amministrazione il 14 gennaio per decidere sulla convocazione dell’assemblea speciale degli azionisti richiesta da Vivendi. Inoltre Elliott avrebbe già aumentato la propria partecipazione al 10% di Tim.