Scacco matto di Moody’s sul Portogallo: Borse di nuovo in trincea
Borse europee, di nuovo, sotto assedio. I 144 miliardi di capitalizzazione dei mercati del Vecchio Continente andati in fumo alla vigilia potrebbero non essere abbastanza. Sui listini europei si replica. La bomba a orologeria, sganciata nel primo pomeriggio da Moody’s sul Portogallo, ha rimandato alle stelle la tensione sui mercati. L’incubo fallimento, abbandonata Atene, ha investito in pieno Lisbona. Andando a far lievitare quel conto, che l’Europa dovrà pagare per la crisi dei debiti sovrani.
L’agenzia di rating ha messo sotto esame per un possibile declassamento il rating del paese lusitano Aa2, pur confermando la valutazione P-1 del debito a breve. In caso di bocciatura, il giudizio potrebbe scivolare di uno, al massimo due scalini. Quanto basta a far rivivere ai mercati il clima pre-Lehman. Parigi sta cedendo in questo momento lo 0,85%, Francoforte lo 0,38% e a Milano il Ftse Mib segna -1% e il Ftse All Share -0,98%. Atene, dove durante gli scioperi nazionali e diversi scontri hanno perso la vita tre manifestanti, arretra del 4%, Madrid dell’1,72% e Lisbona del 2%.
I timori che il pacchetto da 110 miliardi varato a favore di Atene non sia la soluzione definitiva e che sia forte il rischio di un contagio ai paesi perifici stanno facendo sbandare anche Wall Street, che ha inaugurato la seduta in territorio negativo. Il Dow Jones cede in questo momento lo 0,21% a 10.904 punti, il Nasdaq perde lo 0,67% a 2.408 punti e lo S&P 500 arretra dello 0,31% a 1.170 punti. I fantasmi del default fanno tremare gli operatori statunitensi, perché se il virus ellenico e portoghese colpirà davvero al cuore l’Europa metterà a rischio anche la ripresa al di là dell’Oceano.
Dall’altra parte le fragilità dell’Unione europea nell’intraprendere un’azione incisiva per salvare Atene & i paesi perifici dagli attacchi della speculazione sono sotto gli occhi di tutti ed è per questo che per alcuni addetti ai lavori il disastro può cominciare subito. Come ha osservato Anthony Thomas, vice-presidente senior della divisione di Moody’s che si occupa del rischio del debito sovrano, “la revisione in vista di un possibile declassamento prenderà in considerazione un eventuale riposizionamento del rating di riflesso al deterioramento del debito pubblico del Portogallo. Nell’ambito di un’economia piccola e in crescita lenta – ha proseguito l’esperto – la metrica del debito potrebbe non essere più in linea con un rating Aa2”.
Le cause della deriva portoghese sono da ricercare “in casa”. L’indebolimento delle finanze di Lisbona riflette il fallimento dei governi del Paese nel limitare il deficit pubblico, da quando il Portogallo ha aderito all’Eurozona. E anche se di recente Lisbona ha ribadito la volontà di raggiungere o anche superare i target di riduzione del deficit pubblicati nel suo ultimo programma di stabilità e crescita, la realtà racconta un’altra verità.
Secondo Thomas, sebbene la Grecia si trovi di fronte difficoltà fiscali molto più gravi di quelle portoghesi, è inevitabile per il paese lusitano un prolungato periodo in trincea fin tanto che non saranno corretti i suoi squilibri finanziari. Cronaca di un “fallimento” annunciato, che ancora una volta ha spinto gli investitori all’acquisto dei Bund tedeschi, andando ad allargare il differenziale con i titoli di stato degli altri paesi.
Il rendimento del Bund decennale è sceso a 2,87, toccando i nuovi minimi dallo scorso anno e aumentando le distanza fra i titoli della Grecia (spread di 700 punti), ma anche di Spagna (127 punti) e Regno Unito (102). Tensione anche per l’Italia, dove il differenziale sale a 118 per il decennale mentre si segnala anche un aumento dei titoli a 5 anni a 117 punti. “Nonostante i rendimenti del Bund siano molto bassi – ha notato un analista – gli investitori in questa fase preferiscono non rischiare”. E il Portogallo? Il rendimento dei titoli di stato portoghesi a dieci anni è schizzato al 5,63% e lo spread con i corrispondenti bund tedeschi ha toccato il record storico di 280 punti base. Tutto questo potrebbe essere solo l’inizio di una nuova stagione, che nessuno sui mercati è in grado di decifrare.