Notizie Saxo: FX Update, il mercato cerca di sminuire i problemi dell’Egitto

Saxo: FX Update, il mercato cerca di sminuire i problemi dell’Egitto

31 Gennaio 2011 18:33

Con una settimana densa di dati come quella che ci aspetta, il mercato sta cercando, in alcuni casi riuscendoci e in altri no, di contenere per quanto possibile l’incertezza per la situazione in Egitto e la conseguente possibilità di contagi regionali. Come va interpretato questo scenario di mercato così controverso?

Mentre tutti gli occhi sono ancora puntati sull’Egitto e sulla possibilità di “contagi regionali”, i mercati principali stanno tentando di ritornare ai livelli precedenti a venerdì. In effetti, in gran parte ci sono riusciti, almeno nei Paesi G10 FX, sebbene il danno sia ancora piuttosto evidente in alcune valute dei mercati emergenti e il recupero del mercato azionario sia meno pronunciato. Sembra che il mercato delle valute stia fungendo da indicatore beta elevato in questi mercati e quindi, ora più che mai, è indispensabile tenere gli occhi ben aperti sugli indicatori di conferma offerti dal mercato azionario, dal mercato obbligazionario e dagli altri mercati, prima di fare qualsiasi mossa sul Forex.

Panoramica

I dati commerciali della Nuova Zelanda hanno mostrato un ingente calo nella bilancia commerciale rispetto alle attese, alimentate dal fatto che storicamente, in questo periodo dell’anno, la bilancia diventa in genere più favorevole in quanto coincide con la stagione dei raccolti (estate/autunno) dell’emisfero meridionale. La ragione di questo calo va ricercata nell’impennata delle importazioni, dovuta principalmente all’importazione di numerosi aeromobili, per cui non vale la pena dilungarsi troppo su questo punto.

Le licenze edilizie della Nuova Zelanda, d’altro canto, sono precipitate, suggerendo che l’attività edilizia in Nuova Zelanda sta continuando a diminuire considerevolmente. Stando ai dati, il NZD è generalmente più debole in termini overnight in molti cross, sebbene le aspettative sui tassi forward siano rimaste pressoché invariate, scendendo solo di un paio di bps.

I dati sull’inflazione core US PCE hanno registrato un +0,7% a/a. Si tratta di un minimo record nella serie di dati che arriva fino al 1960 ed è spesso considerata la serie di dati sui prezzi preferita dalla Fed, pertanto l’USD si è rivelato più debole in conseguenza alle implicazioni relative ai tassi. Nel frattempo, crescono le attese rispetto al tasso BCE sulla scia della nuova e improvvisa stretta dell’Euro e al deciso ampliamento degli spread sui tassi d’interesse che toccano così nuovo picco.

Grafico: EURUSD

Il torpore di venerdì nel cross EURUSD ha lasciato il campo a un notevole subbuglio dovuto, da un lato, al basso livello dell’inflazione Usa messo in luce dai nuovi dati e, dall’altro, alla convinzione di Trichet dell’esistenza di una correlazione tra il tasso d’interesse della BCE e i prezzi delle commodity (mentre la crisi dell’area PIGS è a quanto sembra irrilevante); lo spread Euro-US è così schizzato verso nuovi picchi per il ciclo. I Paesi periferici della zona euro non possono che adorare Trichet per la sua gestione visionaria fatta di aspettative e per la forza dell’Euro che sta provocando una stretta deflazionistica mortale per le loro economie…

[Grafico in fondo all’articolo]

Tenete presente che questo è il fixing di fine mese, nonostante le variazioni del mercato rispetto a questi dati potrebbero risultare piuttosto diverse, a causa dei cambiamenti relativamente contenuti nei mercati azionari e obbligazionari mondiali nel corso del mese.

Uno sguardo al futuro

Stanotte fari puntati sulla decisione relativa all’RBA Cash Target, che stando all’opinione generale non dovrebbe modificare il tasso di interesse (a ragione, specie considerando gli eventi di questi giorni in Medio Oriente), mentre le aspettative riguardo il forward a un anno non stanno ancora scontando pienamente la variazione al 5,0%. Oggi l’AUD si sta rifacendo sotto grazie al netto aumento dei prezzi del rame rispetto alla chiusura di venerdì e il salutare rimbalzo nella propensione al rischio. Questa sarà una settimana piuttosto pesante anche per i dati australiani, dato che stanotte usciranno i dati della NAB e quelli sul settore manifatturiero, il New Home Sales mercoledì, nonché i dati sul settore dei servizi, le approvazioni edilizie e la bilancia commerciale attesi per giovedì. Tra le valute G10, l’AUD contende al CAD il titolo di valuta più debole degli ultimi cinque giorni di trading.

Settimana molto intensa anche altrove, con i due ISM US in arrivo, domani (manifatturiero) e mercoledì (non manifatturiero), il BCE giovedì e il rapporto sull’occupazione USA venerdì. In Cina, il capodanno cinese cade nel bel mezzo della settimana e quindi i mercati cinesi rimarranno chiusi dal 2 all’8 febbraio. Sarà interessante vedere come le autorità cinesi torneranno al lavoro al termine del periodo festivo, dal momento che esiste ancora la possibilità/probabilità che venga varata un’azione politica di vasta portata per far fronte al surriscaldamento e all’instabilità dell’economia.

In alcune regioni i mercati si stanno comportando in modo imprevedibile. Perché mai il rame è aumentato proprio adesso che i ME sono depressi? Perché da noi il mercato continua costantemente a far salire l’Euro? Perché stamattina AUD e CAD stanno risalendo così vigorosamente? Perché quello che sta accadendo in Egitto influisce su alcuni mercati e su altri no? La situazione sembra a dir poco confusa, se non addirittura assurda, quindi un po’ di sana cautela è del tutto giustificata.

John J. Hardy, Saxo Bank