Saipem: South Stream e nuovi accantonamenti, per Mediobanca servono oltre 3 miliardi di capitali freschi
Il recente stop al contratto per il gasdotto South Stream è un brutto colpo per gli sforzi di Saipem nel recuperare la redditività. Inizia così il report degli analisti di Mediobanca che oggi hanno tagliato il giudizio sul titolo della controllata di Eni a underperform dal precedente neutral, abbassando il target price a 7,10 euro da 11,90 euro. Per la perdita del contratto South Stream, che aveva un valore di 2,4 miliardi di euro, “stimiamo una perdita nei profitti operativi di circa 350 milioni di euro nei prossimi due anni”, scrivono gli esperti di piazzetta Cuccia. L’impatto finale sarà intorno ai 300 milioni, contando i 50-70 milioni di costi per la flotta rimasta inattiva e una compensazione netta di 100-120 milioni.
Gli analisti di Mediobanca vedono inoltre possibili ulteriori accantonamenti relativi a quattro contratti, attualmente in esecuzione e destinati ad essere completati tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. “Tagliamo del 31% le nostre stime sull’utile per azione per il periodo 2015-2017 mentre, per quanto riguarda la guidance 2015, ci aspettiamo una revisione al ribasso con indicazioni sotto la parte bassa dell’attuale range (500 milioni di euro l’Ebit e 200 milioni l’utile netto).
“L’intenzione di Eni di procedere con il deconsolidamento di Saipem potrebbe richiedere 3-3,5 miliardi di euro di capitali freschi per tagliare il debito a circa 2 miliardi”, spiegano gli analisti di Mediobanca anche se “il deterioramento del mercato di riferimento e i problemi dell’azienda potrebbero aver raffreddato l’interesse degli investitori finanziari“. A Piazza Affari sul titolo Saipem pesa la bocciatura di Mediobanca: l’azione lascia sul parterre circa 1,5 punti percentuali a 8,55 euro.