Notizie Notizie Mondo La Russia resiste alla tempesta del petrolio. Grazie al rublo “debole” cresce il surplus commerciale

La Russia resiste alla tempesta del petrolio. Grazie al rublo “debole” cresce il surplus commerciale

19 Maggio 2016 14:06
 
Nonostante le sanzioni economiche di Europa e Usa in vigore dal marzo 2014, le relazioni diplomatiche “tese” con Washington, il crollo del greggio e il rallentamento economico globale, il Prodotto interno lordo della Russia nel primo trimestre ha regalato una sorpresa positiva: la contrazione, pari all’1,2% anno su anno, è stata infatti inferiore alle attese del consensus, pari a -2 per cento. Il risultato trimestrale risulta ancora più positivo se comparato con il -3,8% segnato negli ultimi tre mesi del 2015. “L’economia russa sembra resistere al crollo del prezzo del greggio meglio di quanto ci si potesse aspettare“, è il commento di Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, Che aggiunge: “Questa lettura del Pil non include un disaggregato del dato, e bisognerà quindi attendere per capire quali fattori abbiano trainato la performance. Tuttavia, probabilmente essa riflette i vantaggi legati all’aver permesso alla valuta di farsi carico di gran parte dell’aggiustamento legato al crollo del petrolio e al rallentamento economico“.
Lezione russa
Secondo Botham altri Paesi produttori di materie prime farebbero bene, a questo punto, a imparare dalla lezione russa. Negli ultimi mesi infatti il rublo è sceso in linea con il greggio ed è rimasto su livelli bassi, dato che l’oro nero ha continuato a scambiare in un range relativamente ristretto. Di conseguenza, è aumentato il surplus delle partite correnti. “Riteniamo quindi che le esportazioni nette abbiano sostenuto la crescita”, dice lo strategist di Schroders. Che aggiunge: “Il rublo più debole sembra anche aver trainato un cambiamento dell’economia verso settori commerciabili, dato che la competitività industriale russa si è decisamente rafforzata“. I dati ad alta frequenza incoraggiano infatti quest’idea anche se il settore dei consumi fatica ancora, nonostante la produzione industriale abbia compiuto primi passi incoraggianti. “Ci aspettiamo ancora una crescita leggermente negativa quest’anno, ma i rischi sembrano spostati al rialzo e sembra probabile il ritorno del segno “più” per il Pil russo nel breve periodo“, conclude Botham.