Notizie Notizie Italia As Roma: palla al centro per DiBenedetto. Venduta per 42 mln, finisce l’era Sensi

As Roma: palla al centro per DiBenedetto. Venduta per 42 mln, finisce l’era Sensi

18 Aprile 2011 06:50

Riparte da Boston la nuova stagione dell’As Roma. La never ending story legata alla cessione del club giallo rosso ha trovato finalmente il suo punto d’arrivo. Lo ha fatto nella giornata di sabato, che sembra aver scritto la parola fine anche su un campionato troppo prevedibile sotto la Madunina con il Milan che ha stravinto sulla Sampdoria e un Inter uscito dalla lotta scudetto. Sabato la Roma ha invece vinto la sua partita Oltreoceano, dove è stata trovata la quadra sul passaggio di mano del gruppo di Trigoria. La cordata di imprenditori statunitensi guidata dal patron dei Boston Red Sox Thomas R. DiBenedetto, assieme ai tre soci Richard D’Amore, James Pallotta e Michael Ruane, ha, infatti, chiuso l’accordo con Unicredit per l’acquisizione della società giallorosso.


Lo “zio Tom” ha firmato un contratto preliminare per l’acquisto della squadra di capital Totti con la controllata di Italpetroli. L’accordo prevede il passaggio del pacchetto di controllo del club giallorosso, pari al 67% del capitale, nelle mani della cordata americana al 60% e di UniCredit al 40%. La cordata americana guidata da Thomas Di Benedetto ha rilevato la maggioranza del capitale di As Roma e lancerà un’Opa al prezzo di 0,6781 euro per azione. Unicredit manterrà una partecipazione di minoranza nella Newco che controllerà il 67% del capitale della società. “L’impegno di Unicredit nell’AS Roma non verrà sciolto con l’ingresso dei nuovi soci americani. Oltre al possesso della quota del 40% della Newco, Unicredit si impegnerà a sottoscrivere il prossimo 30 luglio un impegno di finanziamento di 30 milioni per cinque anni, oltre a 10 milioni prestati da Roma 2000 Srl, posseduta da Unicredit (51%) e dalla famiglia Sensi (49%) tramite Italpetroli, destinata a diventare interamente di Unicredit, in base agli accordi sottoscritti nel luglio 2010”, segnalano gli analisti di Centrosim.

 

“In sostanza – prosegue il broker – Unicredit ha dovuto accettare diversi compromessi, nell’impossibilità di trovare un compratore disposto a impegnarsi integralmente nella gestione di una società che a fine giugno 2011, secondo fonti di stampa, dovrebbe produrre ancora perdite per 40-50 milioni di euro e necessiterebbe quindi di interventi molto più robusti sul suo capitale”. DiBenedetto prende il posto della famiglia Sensi, dopo due anni e mezzo di gestione intensa, ricca di alti e bassi, di dure contestazioni. Tra firme in calce e strette di mano, si chiude il rebus del passaggio di mano dell’As Roma. Dopo anni che hanno regalato colpi di scena, indiscrezioni, trattative segrete, pretendenti più o meno internazionali condito anche da diverse delusioni.

 

Acquirenti che spuntano dai luoghi più disparati, cordate che nascono come funghi per poi dissolversi come una bolla di sapone. Dalla Russia agli Emirati Arabi, dalla Svizzera alla Capitale fino all’interesse dello zio d’America, che ha le sembianze dell’imprenditore di Boston, che ha chiuso la partita. Ce ne sono state per tutti i gusti. In un quinquiennio i nomi di imprenditori di mezzo mondo sono stati accostati al club giallorosso: da Souleyman Kerimov a George Soros, da Vinicio Fioranelli, a Naguib Sawiris. Nell’ultimo anno non si ferma la raffica di nomi indicati come possibili acquirenti della Roma: si passa in maniera disinvolta dall’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini, il re delle cliniche romane, all’immobiliarista ed editore Giampaolo Angelucci.

 

Ma nel marasma del sotto a chi tocca ci sono anche il fondo Aabar, i cinesi, il milionario russo Leonid Fedun, il magnate egiziano Naguib Sawiris e pure lo sceicco di Dubai Saeed Al Maktoum. Il 2011 si apre nel nome dell’imprenditore di Boston DiBenedetto. La trattativa con Unicredit va avanti ad oltranza in questi giorni. E sabato è arrivato l’epilogo. Per presente e futuro della Roma bisognerà adesso far riferimento solo agli Stati Uniti. L’affare che ha fatto lo zio Tom d’America si chiuso davanti a un “pugno di dollari”: 42 milioni di euro. Si riparte da un finanziamento e da una prima ricapitalizzazione, un gettone da 35 milioni da giocare, entro il 2011. Poi sarà la volta di altri 75 milioni: serviranno a pagare stipendi, spese vive, iscrivere la squadra al campionato. Dibenedetto&Co sono uomini d’affari. Il loro obiettivo è dichiarato: produrre utili sotto il marchio As Roma. Silvio Berlusconi, in qualità di presidente del Milan, ha mandato un segnale chiaro: con il calcio in Italia non si guadagna, i soldi si perdono. Ci riusciranno gli americani all’Olimpico? La sfida è aperta.