Robinson: dati australiani su occupazione “gonfiati” dagli assunti part-time
Prosegue la due giorni di ribassi del dollaro australiano. Complice anche la forza del dollaro statunitense, in seguito ai riscontri migliori delle attese delle richieste di sussidi di disoccupazione (scese più del previsto a quota 383 mila unità nell’ultima settimana), il cross US$/AU$ è salito fino a quota 0,9990. Ma già dalla prima parte della giornata si era assistito a un deprezzamento della valuta australiana a seguito dei dati di gennaio sul mercato del lavoro nel Paese dei canguri.
Come da attese la disoccupazione è rimasta stabile al 5%. Sono stati creati 24 mila nuovi posti di lavoro rispetto ai 17.500 attesi dal mercato (consensus Bloomberg). A deludere invece il dettaglio relativo agli occupati a tempo pieno che risultano scesi di 8mila unità.
“Molti si aspettavano i numeri al lotto a causa degli allagamenti ma in realtà è andata meglio del previsto”, rimarca Andrew Robinson, analista FX di Saxo Capital Markets aggiungendo che la discesa del dollaro australiano è legata al fatto che la creazione di 24.000 nuovi posti di lavoro è da ascrivere totalmente alla categoria part-time, mentre in realtà nel corso del mese sono andati persi 8.000 posti di lavoro a tempo pieno. “Una nota positiva – aggiunge Robinson – è rappresentata dal tasso di partecipazione, lievemente salito al 65,9% rispetto al 65,8% del mese precedente”.