Notizie Trading e Mercati Robinhood e l’IPO democratica con fino al 35% delle azioni ai clienti dell’APP. Occasione unica o trappola per i piccoli investitori?

Robinhood e l’IPO democratica con fino al 35% delle azioni ai clienti dell’APP. Occasione unica o trappola per i piccoli investitori?

6 Luglio 2021 18:05

Robinhood, una delle più popolari app di trading attiva negli Stati Uniti, accelera verso la quotazione in Borsa. La piattaforma più usata dai trader amatoriali, che ha fatto boom nell’anno del Covid, settimana scorsa ha presentato la documentazione necessaria alla quotazione a Wall Street, precisamente al Nasdaq Stock Market. Il ticker con cui verrà scambiata sarà HOOD.

Fino al 35% delle azioni potrebbe andare ai clienti dell’APP

“Guardando al futuro, vogliamo aiutare i clienti di Robinhood a gestire tutti gli aspetti della loro vita finanziaria in un unico posto”, afferma la società che ha avvicinato al trading tanti risparmiatori grazie anche a commissioni zero. “Li immaginiamo muoversi senza soluzione di continuità tra investire, risparmiare e spendere tutto sulla piattaforma Robinhood”.

Robinhood vuole riservare parte delle azioni della sua IPO solo per i suoi clienti. Si aspetta che dal 20% al 35% delle sue azioni di Classe A vada direttamente ai clienti. Le azioni di Classe A offerte nell’IPO avranno un voto a testa. Robinhood ha anche azioni di Classe B, che hanno 10 voti ciascuna, e sono controllate dai fondatori della società, Baiju Bhatt e Vladimir Tenev.

L’ampia fetta assegnata ai clienti fa parte della voglia di Robinhood di aiutare gli investitori più piccoli ad accedere alle IPO che di solito sono riservate ai clienti di brokeraggio più facoltosi e agli investitori istituzionali.

In genere, gli investitori più piccoli devono attendere fino a quando le azioni iniziano a essere negoziate in borsa. E a quel punto, potrebbero pagare di più di quelli che sono arrivati ​​prima. Il rendimento medio del primo giorno per le IPO lo scorso anno è stato del 41,6%, secondo i dati dell’esperto di IPO Jay Ritter, professore di finanza presso l’Università della Florida.

Il successo di un’IPO non è certamente garantito. Un esempio classico è Facebook, che debuttò nel maggio 2012 a 38 $ e a settembre di quell’anno toccò un minimo a 18 $. Ci è voluto un altro anno prima che tornasse al suo prezzo di offerta iniziale. Adesso Facebook vale quasi 10 volte il prezzo dell’IPO con capitalizzazione da poco balzata sopra la soglia dei 1.000 mld di dollari.

Il caso Gamestop

Fondata nel 2013 da Vladimir Tenev e Baiju Bhatt, entrati lo scorso anno nella lista dei miliardari di Forbes, Robinhood offre trading senza commissioni in azioni, ETF, opzioni e criptovalute. L’azienda invia gli ordini dei clienti ai market maker come Citadel Securities, Virtu Americas, e G1X Execution services e nel 2020 contava 1.281 dipendenti.

Quest’anno la piattaforma è entrata nell’occhio del ciclone con il caso GameStop, per cui dal forum online Reddit, esattamente dalla sezione wallstreetbets è partita una valanga di buy che ha fatto impennare le quotazioni dei titoli più shortati dall’industria degli hedge fund con il titolo GameStop volato di oltre il 400%. Da qui l’APP Robinhood ha ridotto da 50 a 8 il numero di titoli sul cui trading ha deciso di imporre limitazioni. Si tratta oltre di GameStop, AMC Entertainment, BlackBerry, Koss, Express, Nokia, Genius Brands International e di Naked Brand Group.

Appena un giorno prima della presentazione dei documenti per l’Ipo, Robinhood ha ricevuto una multa da 70 milioni di dollari dalla Financial Industry Regulatory Authority secondo cui migliaia di consumatori “hanno subito danni significativi” per via di pratiche scorrette di Robinhood, colpevole di avere fornito “informazioni false e fuorvianti”.

Il rischio della gamification degli investimenti

Il presidente della SEC, Gary Gensler, ha criticato la “gamification” degli investimenti vista attraverso le App di intermediazione mobile, che incoraggiano le persone a fare trading con molta frequenza. Maggiori operazioni significa maggiori entrate per Robinhood e altri broker, ma diversi studi suggeriscono che può portare a rendimenti inferiori in media per i trader. Robinhood realizza gran parte delle sue entrate indirizzando gli ordini dei suoi clienti a grandi aziende di Wall Street, piuttosto che alla Borsa di New York o al Nasdaq con il meccanismo chiamato “pagamento per il flusso degli ordini”. In pratica quando i clienti di Robinhood dicono di voler acquistare 100 azioni di GameStop o Tesla, ad esempio, spesso inviano l’ordine a una società commerciale come Citadel Securities, che venderà le azioni. La società commerciale paga Robinhood per il flusso degli ordini.

Già lo scorso anno Robinhood aveva pagato una multa di 65 milioni di dollari per risolvere le accuse della SEC di aver fatto commenti fuorvianti ai clienti tra il 2015 e la fine del 2018 sul suo modo principale di fare soldi. La SEC ha anche affermato che i clienti di Robinhood stavano ottenendo i loro eseguiti a prezzi peggiori di quelli che avrebbero ottenuto presso altri broker, il che in alcuni casi ha più che compensato i risparmi ottenuti pagando zero commissioni.

Nel suo accordo con la SEC, Robinhood ha accettato di assumere un consulente per rivedere le sue politiche e assicurarsi che le sue comunicazioni siano conformi alla legge federale.

I dettagli dell’IPO

Dai documenti presentati alla Sec, la Consob americana, sono emerse alcune interessanti informazioni sullo stato di salute di Robinhood. Si apprende ad esempio che di tutti gli scambi generati sulla app dalle criptovalute nei primi tre mesi del 2021, circa il 34% fossero riconducibili a Dogecoin. Gli utenti attivi su Robinhood sarebbero 17,7 milioni per un valore totale degli asset custoditi sulla piattaforma di 81 miliardi di dollari. L’app ha registrato inoltre un fatturato di 959 milioni di dollari per il 2020, anno in cui il cosiddetto retail trading è cresciuto del 245% rispetto al precedente. I ricavi del primo trimestre 2021 sono invece di 522 milioni di dollari, con un incremento del 300% sullo stesso periodo dello scorso anno. Gli utenti attivi ogni mese sono circa 18 milioni: il 30% in più rispetto ai 13 milioni dell’ultima dichiarazione.

Di contro spicca una perdita monstre di 1,4 miliardi di dollari nel primo trimestre 2021