Notizie Notizie Italia La ristrutturazione soft di Atene tiene banco in Borsa. Verdetto Consob su aumento Intesa

La ristrutturazione soft di Atene tiene banco in Borsa. Verdetto Consob su aumento Intesa

18 Maggio 2011 08:50

Schiarita sulle Borse europee dopo il calo della vigilia. Il rafforzamento dell’ipotesi di un riscadenziamento del debito greco aiuta a scacciare via i timori di un avvitamento della crisi in Eurolandia. I ministri finanziari della Ue hanno aperto alla possibilità di una ristrutturazione soft del debito pubblico del Paese mediterrano. Ma a patto che Atene vari – come già si è impegnata a fare – nuovi tagli e nuove misure in grado di accelerare le riforme strutturali e, soprattutto, l’ambizioso programma di privatizzazioni. In pratica, la ristrutturazione morbida, evocata innanzitutto dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, consiste nell’allungamento delle scadenze dei titoli di Stato. Ricetta dolorosa, ma sempre meglio di una netta sforbiciata al valore dei bond. “Se la Grecia compie nuovi sforzi dobbiamo vedere se è possibile una ristrutturazione soft del debito”, ha detto il numero uno dei ministri delle finanze della zona euro. Il che significa scadenze più lunghe per il rimborso e eventualmente una flessione dei tassi di interesse. Il primo ministro greco, Georges Papandreou, ha definito sostenibile il debito del paese e scartato la prospettiva di una ristrutturazione.


Il problema però rimane ed è serio: la Grecia, nonostante il piano di aiuti da 110 miliardi varato un anno fa, potrebbe non essere in grado nel 2012 di tornare a finanziarsi autonomamente sui mercati, rischiando così di essere inadempiente di fronte alle scadenze sul fronte dei titoli. Per questo si parla di un possibile nuovo piano di aiuti di almeno altri 60 miliardi di euro. Una decisione che potrebbe arrivare in giugno, dopo che saranno attentamente valutati i risultati della missione di Commissione Ue, Bce ed Fmi tuttora in corso ad Atene per valutare la sostenibilità di un debito ancora in crescita. “La ristrutturazione del debito non è un’alternativa ad aggiustamenti dolorosi che sono necessari” per rimettere in ordine le finanze pubbliche”, ha chiarito il presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso, in un intervento al Bruxelles economic forum, riferendosi, anche se non esplicitamente, alla Grecia, per la quale si sta facendo la strada un’ipotesi di ristrutturazione soft, attraverso una proroga delle scadenze dei prestiti. Buona parte del pressing è sulle privatizzazioni.


“Stiamo rivedendo il programma di aiuti alla Grecia. Deve essere seriamente rafforzato, soprattutto per quel che riguarda le privatizzazioni, prima di prendere nuove decisioni”, ha ribadito stamattina il commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn. La Commissione si aspetta che nei prossimi giorni saranno prese dal governo ellenico decisioni concrete. A febbraio il governo greco aveva promesso che avrebbe incassato almeno 50 miliardi di euro entro il 2015 vendendo le migliori società biancazzurre, soprattutto nel settore dei servizi. Scorrendo l’indice, il calendario prevedeva 15 miliardi di euro entro il 2012. Ma non si è visto nulla. Sui mercati tornano così gli ordini di vendita, anche se in un clima di prudenza. Gli investitori attendono di vedere questa sera quali messaggi arriveranno Oltreoceano della pubblicazione delle minute della Fed. Parigi segna +1,08%, Francoforte +0,94% e a Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,67% e l’All Share +0,62%. A Piazza Affari cambiano direzione i titoli del settore degli sportelli e dopo un avvio promettono si muovono sotto la linea della parità. Unicredit cede lo 0,74% a 1,613 euro. Mps perde lo 0,61% a 0,892 euro, Bpm l’1,21% a 2,114 euro. Pesante anche Ubi banca in flessione dell’1,60% a 5,54 euro.


Mentre in contro tendenza è il Banco Popolare che segna un +0,63% a 1,925 euro dopo aver lanciato, per ottimizzare la propria struttura patrimoniale in vista di Basilea III, un’offerta di scambio sulle tre obbligazioni subordinate di tipo Lower Tier II a tasso variabile.Non riesce ad opporsi alle vendite neanche Intesa sanpaolo (-1,49% a 1,984 euro). L’attenzione del mercato su Ca de Sass è alta. Questa mattina la banca guidata da Corrado Passera è tornata sul mercato del debito con un nuovo prestito senior della durata di due anni e mezzo. L’emittente, che gode come rating Aa3 da Moody’s e Aa- da S&P e Fitch, ha affidato il mandato a Dz Bank, Lbbw, Reiffeisen Bank, UniCredit e alla propria Banca Imi. Ma è un altro il terreno che fa mormorare gli operatori di Borsa. Secondo indiscrezioni di stampa la Consob potrebbe dare il via libera all’aumento di capitale da 5 miliardi di euro di Intesa Sanpaolo entro domani mattina.


I membri del consiglio di Gestione dell’istituto sono stati pre-allertati per una possibile riunione giovedì 19 maggio e nel caso potrebbero già deliberare i dettagli dell’operazione che partirebbe il 23 maggio per terminare il 10 giugno. Si tratta di una decisione, che come segnala Il Sole 24 Ore, sarà presa con il supporto degli advisor, Bank of America Merrill Lynch e Banca Imi, che guidano il consorzio di garanzia, cui partecipano anche Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs International e Morgan Stanley. La ricapitalizzazione si giocherà sul velluto: le Fondazioni hanno già garantito il sostegno. Chi si è smarcata è la banca francese Crédit Agricole, che detiene una partecipazione del 4,79% di Intesa in fase di cessione.

 

“Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma è possibile che l’iter dell’aumento di capitale subisca un’accelerazione rispetto alle tempistiche originariamente previste”, segnalano gli esperti di Centrosim. C’è un dettaglio da non sottovalutare. “Nel periodo tra fine giugno e luglio è, infatti, prevista l’esecuzione di altre operazioni sul capitale – Banca MPS, UBI Banca – e non è da escludere che Intesa Sanpaolo, che si appresta a chiedere al mercato 5 miliardi di euro, possa decidere di anticipare i tempi”, spiega il broker. Il vero punto interrogativo è la valutazione. Il mercato si aspetta uno sconto sul Terp del 20/25% che ai prezzi di ieri implicherebbe un prezzo di emissione compreso nel range 1,40/1,50 euro.