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Risparmio: gli italiani i più preoccupati d’Europa per le proprie finanze

15 Gennaio 2015 13:12

L’incertezza economica pesa sull’umore dei risparmiatori italiani che seppure leggermente più fiduciosi rimangono i più preoccupati d’Europa per le proprie finanze. Secondo la ricerca internazionale di ING sul risparmio 2015 (realizzata su un campione di 12.743 individui in 13 Paesi europei), il 2015 si apre per gli europei con una percezione più positiva della propria situazione finanziaria. Calano, infatti, dal 41 al 36% gli intervistati che rispetto allo scorso anno vedono peggiorata la propria situazione finanziaria.
Anche in Italia l’umore sembra migliorato con il dato in diminuzione rispetto agli anni precedenti: il 51% degli italiani (era il 58% a inizio 2014) ritiene che negli ultimi tre mesi dell’anno scorso l’evoluzione del quadro economico abbia determinato un deterioramento delle proprie finanze. Nonostante il miglioramento, l’Italia si riconferma come il Paese con la più alta percentuale di individui preoccupati per lo stato delle proprie finanze.
Tra i Paesi più sfiduciati troviamo la Francia (50%) e la Spagna (44%), seguiti dal Belgio (41%) e dalla Turchia (39%). Il livello di soddisfazione più elevato si riscontra, invece, in Germania, dove solamente il 23% della popolazione vede peggiorata la propria situazione economica, seguita dalla Repubblica Ceca (25%), dai Paesi Bassi e dal Regno Unito (27%).
Nella classifica generale del comfort sul proprio livello di risparmi l’Italia si conferma fanalino di coda tra le nazioni europee; è infatti solo il 15% degli intervistati che si ritiene soddisfatto del livello dei propri risparmi. In testa alla classifica troviamo, invece, i Paesi Bassi (dove il 42% del campione si dichiara soddisfatto), seguiti da Regno Unito e Lussemburgo. Alla scarsa soddisfazione relativamente al livello delle proprie finanze si aggiunge la difficoltà a risparmiare, che rimane elevata. Nel nostro Paese, infatti, si registra la percentuale più alta (42%) di cittadini che ritiene che la quota di denaro messa da parte sia diminuita nell’ultimo anno. Questo dato sembra strettamente correlato alla dinamica del Pil nazionale.