Risiko nei cieli: Norwegian Air finisce nel mirino di British Airways, titolo vola fino a +39%

Non solo Alitalia. Le big dei ciali guardano con forte interesse anche a Norwegian Air, compagnia in forte crescita a livello di traffico passeggeri con un ambizioso piano focalizzato sull’offerta di voli low cost sul lungo raggio. A uscire allo scoperto per prima è British Airways che ha accumulato oltre il 4,6% del capitale e valuta un’offerta su tutto il capitale.
International Airlines Group (IAG), che controlla British Airways, sta pensando di fare un’offerta per Norwegian Air. In risposta alle indiscrezioni riportate da Bloomberg, IAG afferma che ritiene la compagnia norvegese un “investimento interessante” e ha acquisito una posizione comprando il 4,61% nella compagnia aerea. L’investimento è inteso a stabilire una posizione da cui iniziare discussioni con Norwegian “compresa la possibilità di un’offerta completa”. IAG finora non ha svolto negoziati con i norvegesi, non ha preso alcuna decisione di fare un’offerta in questo momento e “non vi è alcuna certezza che tale decisione sarà presa”.
Il titolo Norwegian Air è arrivato a guadagnare il 39% alla Borsa di Oslo in area 250 corone norvegesi, sui nuovi massimi storici, con valutazione oltre la soglia del miliardo di dollari.
“Tutti in Europa vorrebbero comprarci”, ha detto questo mese il ceo di Norwegian Air, Bjorn Kjos, che però ha puntualizzato come l’azienda non prenderà in considerazione la possibilità di vendere fino a quando gli investimenti non inizieranno a pagare.
La compagnia scandinava, che continua a registrare tassi di crescita a doppia cifra (+15% il traffico aereo nel mese di marzo), deve fare i conti con un primo trimestre molto difficile a livello di conti finanziari. Il suo amministratore delegato, Bjorn Kjos, ha avvertito che il primo trimestre è stato “più impegnativo del previsto” con una perdita di circa 2,6 miliardi di corone (270 milioni di euro) rispetto agli 1,8 miliardi di corone originariamente previsti. Norwegian è corsa ai ripari sospendendo alcune delle sue rotte transatlantiche, inclusa quella da Belfast verso New York e Boston, durante l’inverno a causa della bassa domanda.