Risiko banche: BNP potrebbe muovere su Bpm, Zonin apre di nuovo a Veneto Banca
Spuntano attori esteri importanti pronti a prender parte al risiko bancario che probabilmente si scatenerà dopo la riforma voluta dal governo Renzi che porterà 10 istituti popolari alla trasformazione in spa entro 18 mesi. Come denunciato da Assopopolari, la riforma scritta dal governo rischia di trasformarsi in una sponda per le grandi banche internazionali che potrebbero approfittarne “per prendersi una parte rilevante del sistema bancario italiano”.
BNP fa rotta su Milano?
Il weekend ha visto spuntare una nuova pista con il nome di BNP Paribas, banca francese che era già stata accostata come potenziale interessata a Banca MPS, accomunato alla Popolare di Milano. Ieri Il Messaggero ha riferito di un possibile interesse dei francesi per l’istituto di piazza Meda che sarebbe fortemente complementare con BNL, la banca italiana che fa capo a BNP. Bpm infatti sarebbe un’occasione importante per l’istituto transalpino di mettere le mani su un istituto radicato nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, perfettamente complementare con la rete BNL. Discesa in campo di BNP nel risiko bancario che potrebbe rimescolare le carte con il Messaggero che parla di un possibile ravvedimento da parte di Unicredit e Intesa Sanpaolo circa la loro strategia di tirarsi fuori dal risiko in atto.
Il weekend ha visto spuntare una nuova pista con il nome di BNP Paribas, banca francese che era già stata accostata come potenziale interessata a Banca MPS, accomunato alla Popolare di Milano. Ieri Il Messaggero ha riferito di un possibile interesse dei francesi per l’istituto di piazza Meda che sarebbe fortemente complementare con BNL, la banca italiana che fa capo a BNP. Bpm infatti sarebbe un’occasione importante per l’istituto transalpino di mettere le mani su un istituto radicato nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, perfettamente complementare con la rete BNL. Discesa in campo di BNP nel risiko bancario che potrebbe rimescolare le carte con il Messaggero che parla di un possibile ravvedimento da parte di Unicredit e Intesa Sanpaolo circa la loro strategia di tirarsi fuori dal risiko in atto.
Aperta anche la pista Bpm-Carige, ma Milano guarda a Sondrio e Credito Valtellinese
Resta sempre in pista l’ipotesi di un polo Bpm-Carige. Andrea Bonomi, già primo azionista di Bpm con l’8% circa, sarebbe il filo conduttore di tale alleanza poichè sta trattando con Carige l’ingresso nell’istituto genovese rilevando il 18,9% della fondazione ligure. Tra le ipotesi ventilate dal Messaggero c’è anche l’interesse della Bom a dossier quali Popolare di Sondrio e il Credito Valtellinese, anch’esse ricomprese nel lotto delle 10 banche che dovranno trasformarsi in spa. Popolare di Sondrio che sarebbe a sua volta nel mirino di Bper. Ubi Banca, tra gli indiziati per le nozze con Mps, guarderebbe con interesse anche alla stessa Bper da cui nascerebbe la terza potenza bancaria italiana con 191 miliardi di attivo e quasi 3 mila filiali.
Resta sempre in pista l’ipotesi di un polo Bpm-Carige. Andrea Bonomi, già primo azionista di Bpm con l’8% circa, sarebbe il filo conduttore di tale alleanza poichè sta trattando con Carige l’ingresso nell’istituto genovese rilevando il 18,9% della fondazione ligure. Tra le ipotesi ventilate dal Messaggero c’è anche l’interesse della Bom a dossier quali Popolare di Sondrio e il Credito Valtellinese, anch’esse ricomprese nel lotto delle 10 banche che dovranno trasformarsi in spa. Popolare di Sondrio che sarebbe a sua volta nel mirino di Bper. Ubi Banca, tra gli indiziati per le nozze con Mps, guarderebbe con interesse anche alla stessa Bper da cui nascerebbe la terza potenza bancaria italiana con 191 miliardi di attivo e quasi 3 mila filiali.
Popolare Vicenza torna a bussare a Veneto Banca
La Popolare Vicenza si prepara a recitare un ruolo da protagonista nel risiko bancario che probabilmente si scatenerà dopo la riforma voluta dal governo che porterà 10 istituti popolari alla trasformazione in spa entro 18 mesi. Gianni Zonin, presidente dell’istituto veneto, ha rimarcato che ora le aggregazioni appaiono più facili nel mondo delle popolari. “Con Veneto Banca abbiamo il sistema informatico in comune – rimarca Zonin in un’intervista concessa al Corriere Economia – ma vogliamo anche tutelare il lavoro e allargarci a nuovi mercati. L’aggregazione non deve indebolire”. In merito al ruolo della Popolare di Vicenza come soggetto aggregatore, Zonin ha rimarcato che “se ci sono buone opportunità, difficilmente me le lascio sfuggire. La brutta figura con i soci, i dipendenti, i clienti si fa quando si compra male, non quando si fa un buon affare. E finora abbiamo sbagliato poco”.