Rischio hard Brexit affonda la sterlina
Non conosce soste il movimento discendente della sterlina, scesa sotto quota 1,27 contro il dollaro Usa per la prima volta dal 1985. Minimi a 31 anni più volte aggiornati negli ultimi giorni sui crescenti timori di una “Hard Brexit”. Debolezza pronunciata anche contro l’euro, con cross sceso ai minimi a 5 anni.
La divisa britannica ha corretto con decisione a partire da lunedì dopo che il primo ministro Theresa May ha annunciato che i negoziati con l’Unione Europea avranno inizio il prossimo marzo. La May ha dichiarato che la priorità è il controllo dell’immigrazione, ma l’autonomia decisionale sul movimento delle persone “implicherebbe non irrilevanti limitazioni di accesso al Mercato Unico, con rischio di pesanti ripercussioni sull’economia domestica“, commentano gli analisti di Intesa Sanpaolo che hanno rivisto al ribasso le previsioni sulla sterlina a 1,25 (1 mese), 1,27 (3 mesi), 1,30 (6 mesi) e 1,35 (12mesi). “Manteniamo tuttavia attese di un marginale recupero nel corso del prossimo anno – rimarca Asmara Jamaleh, economista per i mercati valutari di Intesa Sanpaolo – sotto ipotesi che nella fase attuativa dei negoziati la linea del governo possa ammorbidirsi“.
“E’ difficile essere rialzisti sulla sterlina – rimarca Arnaud Masset, Market Strategist di Swissquote Europe – perché non c’è chiarezza sulle prospettive. Abbiamo, però, la sensazione che la sterlina sia ipervenduta, poiché gli investitori brancolano nel buio senza che vi siano in passato situazioni simili che fungano da termine di raffronto”.