Notizie Notizie Mondo Ripresa non sostenibile e Borse a rischio

Ripresa non sostenibile e Borse a rischio

22 Ottobre 2009 07:43

PARLA IL GURU DI RBS, BOB JANJUAH 

 

“Nel quarto trimestre del 2009 la crescita statunitense potrà essere leggermente negativa e questo sorprenderà il mercato. La ripresa economica non è duratura perché sta avvenendo in assenza di domanda finale e quanto fatto vedere dalle Borse fin qui non è altro che un rimbalzo”.

 


Affermazioni che appaiono come fulmini a ciel sereno ma che meritano il massimo della considerazione. Non fosse altro perché a lanciare l’allarme è uno dei pochi osservatori del mercato ad aver previsto sia la caduta verticale dei listini nel 2008 sia la successiva risalita partita il marzo scorso. Il guru in questione è Bob Janjuah, Chief Market Strategist Global Banking & Markets di Royal Bank of Scotland, presente nei giorni scorsi alla conferenza “The Aftermath. Challenges and Opportunities” organizzata a Lugano dal Sagres Group, alla quale si riferiscono le affermazioni riportate.


 


Da dove nascono le preoccupazioni di Janjuah? Innanzitutto dagli eccessivi livelli di liquidità immessi nell’economia, liquidità che ha  trainato le Borse senza però avere effetti benefici sull’economia reale e che ha posto le basi per una nuova bolla sulle attività finanziarie. “Bernanke – ha spiegato – sta commettendo gli stessi errori di Greenspan. Per alleviare gli effetti dello scoppio di una bolla ne sta creando di nuove” e “ogni qualvolta le Borse sono state sospinte dalla liquidità il risultato è stato un disastro”.


 


Gli Stati Uniti, secondo lo strategist, continueranno probabilmente a inondare di moneta l’economia e questo potrà avere come risultato tassi d’inflazione tra il 10 e il 12%, mentre l’Europa adotterà una politica più prudente, che potrebbe però spalancare le porte a una deflazione. Doveroso infine un riferimento alla Gran Bretagna, uno dei malati gravi dell’economia mondiale. Per il Regno Unito, così come per gli Stati Uniti, la situazione potrebbe essere peggiore di quella del Giappone degli anni pre-recessione: “Prima di entrare in recessione in Giappone c’era un tasso di risparmio al 25% del Pil, mentre in Usa e Gran Bretagna è negativo. E nel Sol Levante a differenza che in entrambi i paesi, la bilancia commerciale era in attivo”.

 

Marco Barlassina