Rialzo tassi Treasuries Usa, un bene per UniCredit e altre banche Ue. Ma occhio alla soglia pericolo per l’azionario europeo
Il rialzo dei tassi sui Treasuries Usa non solo non rappresenta (per ora) un pericolo per l’azionario europeo, ma è positivo anche per alcuni titoli, tra cui UniCredit. E’ quanto emerge da un report di Morgan Stanley, che si interroga su quale sia il livello dei rendimenti dei bond Usa che finirebbe per minacciare le borse Ue.
Intanto, la premessa: “i nostri strategist sui tassi prevedono un rialzo ulteriore dei tassi dei titoli di stato Usa, scatenato sempre di più dai tassi reali. Al momento, gli strategist stimano un aumento dei tassi decennali fino all’1,45% entro la fine del 2021“.
Da segnalare che il trend dei tassi sui Treasuries Usa è stato attentamente monitorato dall’inizio dell’anno, sollevando anche non pochi timori sul rischio di una possibile fiammata improvvisa dell’inflazione degli Stati Uniti. L’alert è stato lanciato dopo che i rendimenti a 10 anni hanno superato nell’arco di poche sessioni l’1,1% , posizionandosi al record dal marzo del 2020; lo stesso re dei bond Jeffrey Gundlach ha paventato grandi cambiamenti per l’economia e i mercati Usa, non necessariamente positivi.
Nelle ultime ore, i tassi decennali sono tornati poco al di sotto della soglia dell’1,1%, stabilizzandosi dopo il discorso proferito ieri al cospetto della Commissione Finanza del Senato Usa dall’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen, scelta dal presidente neo eletto Joe Biden per la carica di segretario al Tesoro Usa.
Gli analisti di Morgan Stanley – si legge nel report – “non sono eccessivamente preoccupati dell’impatto negativo che l’aumento dei tassi potrebbe avere sull’azionario europeo in termini assoluti, anzi (il rialzo) potrebbe anche essere di sostegno in termini di performance relativa. rispetto al contesto globale”.
E’ vero, infatti, che “in termini assoluti le valutazioni sono di fatto elevate, ma il premio sul rischio equity (ERP -equity risk premium) rimane attorno ai minimi degli ultimi cinque anni ed è anche meno rilevante in un contesto di più lungo periodo”.
Come dimostrano i grafici, se in termini assoluti le valutazioni dell’azionario viaggiano al record in 20 anni, è pur vero che non appaiono poi tanto importanti, quando vengono paragonate ai tassi sui bond.
Inoltre, “nel caso dell’azionario Ue, la crescita è stata un fattore più importante (nel determinare il trend) rispetto ai tassi, e con il premio sul rischio europeo che appare pro-ciclico, le valutazioni europee hanno ancora spazio per asorbire l’impatto di tassi più alti”.
Detto questo, scrivono gli esperti di Morgan Stanley, “la nostra analisi suggerisce che un valore dei tassi decennali Usa vicino all’1,7% diventerebbe più problematico per le borse Ue”.
Ma il pericolo sembra piuttosto lontano, visto che l’outlook degli strategist, almeno per il 2021, è per l’appunto di rendimenti che non vanno oltre l’1,45%.
Tra l’altro, “in un contesto globale, l’Europa rimane un mercato ciclico che, in quanto tale, vede la sua performance relativa tendere a beneficiare nel caso in cui aumentano sia i rendimenti dei bond nominali che quelli reali”.
Ancora, “la crescita dei rendimenti reali Usa potrebbe anche arrestare il rialzo del rapporto euro-dollaro che è stato un ostacolo potenziale alla performance relativa delle borse europee, e che ultimamente è rimasto indietro rispetto all’aumento dei tassi”.
Insomma, nulla da temere per l’azionario made in Europe, secondo gli esperti di Morgan Stanley: tutt’altro.
Un eventuale rialzo dei rendimenti Usa dovrebbe anche, secondo le aspettative degli strategist, “continuare a sostenere la rotazione verso i titoli value” dai titoli growth.
Tornando a UniCredit, gli strategist del colosso americano hanno selezionato alcuni titoli che presentano una correlazione positiva o negativa sia con i tassi reali Usa che con quelli nominali.
Il risultato è che le azioni considerate “overweight” che presentano una correlazione positiva con i tassi Usa reali e nominali e le cui valutazioni relative sono inferiori al valore medio degli ultimi dieci anni includono “Amundi, NatWest, Credit Agricole, BNP, Unicredit (per l’appunto) e altri nomi del settore finanziario. Nomi non finanziari includono Solvay,Faurecia, Johnson Matthey, Norsk Hydro e Michelin“.