Record di asset per gli ETP sull’oro
E’ corsa agli ETP sul metallo giallo. Archiviate le Olimpiadi di Londra 2012, la caccia all’oro si è spostata dai campi di gara ai mercati con le quotazioni del metallo giallo risalite sui massimi a oltre 4 mesi. Rialzo preceduto nei mesi scorsi da un progressivo posizionamento degli operatori sul metallo prezioso per eccellenza in virtù delle crescenti attese di nuovi interventi di allentamento quantitativo da parte delle principali banche centrali, ma anche come scudo protettivo alla luce dei problemi legati alla crisi del debito europea e al deterioramento dell’outlook economico globale. Nelle ultime settimane indubbiamente una spinta all’oro, che potrebbe inanellare il 12° anno consecutivo di rialzi, è arrivata dalla Federal Reserve. Le minute dell’ultima riunione della banca centrale Usa hanno evidenziato che molti membri del board ritengono opportuno un nuovo programma di acquisto di asset volto a dare supporto alla ripresa economica se non si assisterà a un’inversione di tendenza nella congiuntura della prima economia del pianeta. “Nel loro insieme – rimarca Goldman Sachs – le minute rafforzano la nostra aspettativa che il committee estenda la sua guidance sui tassi almeno fino alla metà del 2015 rispetto alla parte finale del 2014 attualmente indicata”. Invece per assistere a una nuova fase di espansione del bilancio con l’acquisto di asset la banca d’affari Usa ritiene più probabile che si verifichi nella parte finale dell’anno o a inizio del prossimo.
Il World Gold Council ritiene come nuove mosse di politica monetaria non convenzionale da parte delle banche centrali aumenteranno i rischi di inflazione futura. Elemento che tende a indirizzare gli investitori verso l’oro. Altro fattore di rilievo rappresentato dagli sviluppi della situazione politica e finanziaria negli Usa. L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali (a novembre) e il ritorno d’attualità della discussione sul tetto all’indebitamento e sulla necessità di affrontare un deficit di bilancio di 1.300 miliardi di dollari potrebbe pesare sul dollaro Usa, valuta in cui è quotato il metallo giallo. Proprio la forte ascesa del biglietto verde nei mesi scorsi – in virtù della sua natura di asset rifugio –aveva frenato l’andamento dell’oro nello scorso trimestre.
Soros e Paulson anticipano il mercato
Proprio il calo dei prezzi dell’oro nel secondo trimestre dell’anno (-4% circa, peggior trimestre dal 2008) non ha lasciato indifferenti i grandi investitori in oro. I dati diffusi dalla SEC, la Consob statunitense, evidenziano come lo scorso trimestre è stato caratterizzato da ingenti acquisti sull’SPDR Gold Trust, il più grande ETF al mondo sul metallo giallo, da parte di George Soros e John Paulson, due dei più importanti investitori professionali al mondo. Soros, che detiene importanti partecipazioni in società aurifere come Barrick Gold e Goldcorp, ha acquistato 564.850 titoli dell’SPDR Gold Trust portando il totale detenuto a quota 884.400. Quota decisamente più sostanziosa quella in mano a John Paulson che attraverso la Paulson & C. detiene 21,8 mln di titoli dell’SPDR Gold Trust, con un incremento del 26% nel corso del secondo trimestre della quota detenuta. Paulson già lo scorso anno aveva raccomandato di acquistare oro perché quando le pressioni inflazionistiche diverranno evidenti, l’oro si sarà già mosso. La quantità di oro detenuta attraverso Exchange Traded Products (ETP) fisici sta aggiornando di volta in volta i massimi storici. Alla fine della scorsa settimana sono state superate le 2.448 tonnellate (+90 tonnellate da inizio 2012), superando per quantità le riserve di oro detenute dalla Francia. “La domanda di ETF sull’oro è cresciuta molto e continuerà a crescere insieme ai prezzi in caso di QE3 della Fed”, rimarca la società di consulenza Thomson Reuters Gfms che vede l’oro in area 1.800-1.850 dollari a fine anno. Anche il consensus Bloomberg vede i prezzi dell’oro salire ancora e attestarsi a 1.760 dollari a fine 2012 per poi viaggiare in media a quota 1.800 dollari nella prima metà del 2013. Agli occhi dell’investitore europeo, l’oro è anche idoneo a diversificare con asset non-euro comportando un crescente interesse verso i replicanti che permettono di prendere posizione sul metallo giallo. In particolare a giugno, tra i mesi più difficili nell’ambito della crisi dell’euro, gli afflussi verso ETP legati all’oro sono stati forti proprio in Europa – 1,6 miliardi di dollari contro i soli 770 mln degli Usa (dati Deutsche Bank) – a riprova che molti investitori europei preferiscono aumentare l’esposizione su beni rifugio complici i crescenti timori legati all’outlook economico. Di non secondaria importanza il fatto che l’effetto cambio, ossia la discesa a doppia cifra dell’euro rispetto al biglietto verde nell’ultimo anno, ha permesso ai detentori di ETC sull’oro di avvantaggiarsi di questa rivalutazione del dollaro. Sul mercato ETFPlus di Piazza Affari sono diversi gli ETC/ETN che permettono di posizionarsi sul metallo giallo. Essendo gli ETC quotati in euro e i metalli preziosi in dollari Usa, l’investitore risulta esposto al rischio cambio euro/dollaro. Per chi non vuole far dipendere l’investimento dalle fluttuazioni del cambio eur/$, sono presenti alcuni strumenti che permettono di neutralizzare l’effetto valuta. Principale vantaggio degli ETC/ETN sull’oro è l’agevole acquisto di questo asset grazie all’annullamento dei costi di stoccaggio del metallo e alla possibilità di detenere anche quantità minime di oro.