Rame: per Goldman l’incremento degli stock va preso con le pinze
Massimi da 10 anni per gli stock di Rame. Al London Metal Exchange, la borsa dei metalli non ferrosi più importante del mondo, le scorte del metallo rosso, spinte al rialzo dall'incremento della produzione e dal calo degli acquisti in arrivo dalla Cina, nelle ultime sedute sono salite ai massimi dal 2003. Da ottobre gli stock sono cresciuti del 165%.
"Se da un lato non c'è dubbio che le scorte di rame siano cresciute [...] riteniamo che la portata e l'importanza di questo incremento sia in genere sopravvalutata", si legge in un report preparato dagli analisti di Goldman Sachs. "Questo perché -continua il resoconto- le scorte 'visibili' sono solo parte di quelle totali".
Secondo Goldman va anche considerata la parte di stock detenuta da produttori e consumatori lungo la catena produttiva. "Riteniamo che queste scorte siano entrambe scese nell'ultimo decennio e in particolare nella seconda metà del 2012 andando a compensare l'incremento registrato dagli altri stoccaggi". In secondo luogo il report invita a considerare, più che il livello assoluto, i giorni di consumo che le scorte sono in grado di soddisfare. "Riteniamo che le scorte debbano essere studiate in relazione all'andamento dei consumi, non in senso assoluto".
"Nonostante i recenti sell-off e la crescita degli stock, i prezzi si stanno confermando sopra i costi di produzione e nel range triennale di 7-10 mila dollari". Con le quotazioni attuali a 7.460 dollari, gli analisti si attendono che anche nel corso del 2013 i prezzi si confermeranno sopra i 7 mila dollari e nel breve periodo "ci attendiamo un incremento dei prezzi".
"Se da un lato non c'è dubbio che le scorte di rame siano cresciute [...] riteniamo che la portata e l'importanza di questo incremento sia in genere sopravvalutata", si legge in un report preparato dagli analisti di Goldman Sachs. "Questo perché -continua il resoconto- le scorte 'visibili' sono solo parte di quelle totali".
Secondo Goldman va anche considerata la parte di stock detenuta da produttori e consumatori lungo la catena produttiva. "Riteniamo che queste scorte siano entrambe scese nell'ultimo decennio e in particolare nella seconda metà del 2012 andando a compensare l'incremento registrato dagli altri stoccaggi". In secondo luogo il report invita a considerare, più che il livello assoluto, i giorni di consumo che le scorte sono in grado di soddisfare. "Riteniamo che le scorte debbano essere studiate in relazione all'andamento dei consumi, non in senso assoluto".
"Nonostante i recenti sell-off e la crescita degli stock, i prezzi si stanno confermando sopra i costi di produzione e nel range triennale di 7-10 mila dollari". Con le quotazioni attuali a 7.460 dollari, gli analisti si attendono che anche nel corso del 2013 i prezzi si confermeranno sopra i 7 mila dollari e nel breve periodo "ci attendiamo un incremento dei prezzi".