Notizie Notizie Mondo Prosegue il crollo delle esportazioni di orologi svizzeri, ma debole sterlina spinge vendite in UK

Prosegue il crollo delle esportazioni di orologi svizzeri, ma debole sterlina spinge vendite in UK

23 Agosto 2016 12:43
Ancora in forte calo le esportazioni di orologi svizzeri. Dal rapporto diffuso dalla Federazione dell’Industria Orologiera Svizzera emerge un calo significativo a luglio, pari al 14,2% a/a. Si conferma quindi un calo a doppia cifra, anche se in lieve recupero rispetto al -16% evidenziato nel mese di giugno. Si tratta del 13° dato mensile consecutivo negativo complice la forza della valuta svizzera; di contro la discesa della sterlina post-Brexit ha contribuito a incrementare le vendite nel Regno Unito. 

Sulla Borsa di Zurigo si muovono in ribasso i titolo Swatch (-0,4%), i cui marchi di fascia alta includono Harry Winston, Omega, Breguet e Jaquet Droz. In calo dello 0,75% il titolo Richemont che detiene i marchi Cartier, Montblanc, Baume & Mercier e Piaget

Attentati terroristici incidono su export verso Francia
La flessione maggiore riguarda l’export verso Hong Kong, con un calo del 32,7% a/a, che rappresenta il diciottesimo mese consecutivo di contrazione. Anche in Europa le vendite hanno subito un forte calo, per esempio in Francia del 27,8%, flessione dovuta sicuramente alle crescenti paure generate dai recenti attentati terroristici. Yann Quelenn, analista di Swissquote, rimarca come il mercato asiatico sia quello in maggior pericolo e ha subito un forte colpo con l’annuncio che le autorità cinesi mirano a regolare la pratica del fare regali. In termini di volumi, tutte le fasce di prezzo sono state interessate dal declino, soprattutto quelle sotto i 200 e superiori ai 3.000 franchi.

“La principale ragione per cui la domanda di orologi è calata in tale misura è sicuramente riconducibile alla supervalutazione del franco svizzero – sottolinea Quelenn – tanto che è molto difficile riuscire a prevedere una sua ripresa finchè la moneta rimane così alta”. “Pur tuttavia – prosegue l’esperto di Swissquote – il bicchiere non è solo mezzo vuoto in quanto la bilancia commerciale svizzera rimane ancora molto positiva per quanto si sia ridotta a 3,55 a 2,93 miliardi di franchi. In altre parole, ciò significa che la situazione è ampiamente sotto controllo e importare un po’ di inflazione potrebbe rivelarsi una soluzione vincente, per quanto possa comportare un sacrificio per le esportazioni. Con sempre maggiori prove dei danni provocati dal Super-franco all’economia domestica, non possiamo che aspettarci ulteriori pressioni sulla Swiss National Bank affichè provveda a tenere sotto controllo l’apprezzamento della moneta. Per quanto la banca centrale svizzera abbia già esaurito la gran parte delle misure di politica monetaria a sua disposizione”.