Processo Mediaset: oggi parte l’udienza, domani o giovedì il verdetto su Berlusconi. Brilla il titolo
Sale l’attesa per il verdetto della Cassazione sul processo Mediaset, che vede imputato l’ex premier Silvio Berlusconi. Telecamere e giornalisti di tutto il mondo sono già schierati di fronte al Palazzaccio, sede della Suprema Corte dove oggi inizierà l’udienza sulla compravendita dei diritti televisivi. Nessuna richiesta di rinvio è arrivata dai legali di Berlusconi, Franco Coppi e Niccolò Ghedini. La sentenza dovrebbe quindi essere emessa tra domani sera e giovedì mattina, dopo che in primo e secondo grado Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di carcere e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
L’attesa è enorme, soprattutto per le eventuali ripercussioni che una condanna definitiva all’ex premier potrebbe avere sulla tenuta del governo Letta. Proprio Letta, durante la visita di ieri ad Atene, ha tentato di smorzare la tensione affermando di non aver paura, perché l’Italia è più stabile di quanto ci si aspetti. Il premier ha inoltre affermato di sentirsi tranquillo e di non vedere terremoti all’orizzonte.
Nonostante le rassicurazioni del premier, la fibrillazione nei palazzi romani è alle stelle, mentre a Piazza Affari il titolo del gruppo di Cologno Monzese per ora non soffre l’attesa indossando la maglia rosa sul Ftse Mib con un progresso di oltre il 3,50% a 3,362 euro. L’azione ha inoltre registrato una performance da capogiro sia dalle elezioni del 24-25 febbraio (+90 circa%) sia dallo scorso 27 aprile (+67 circa%), quando nacque il governo Letta sostenuto dalla “strana” maggioranza Pd-Pdl.
Se l’udienza venisse quindi confermata i giudici della Corte Suprema avrebbero di fronte tre strade: la condanna di Silvio Berlusconi, l’assoluzione oppure il rinvio del processo alla Corte di Appello di Milano. In caso di condanna definitiva all’ex premier, che non andrà in carcere per via delle norme che impediscono la detenzione per gli over 70, lo scossone politico potrebbe arrivare dall’interdizione dai pubblici uffici.
In questo caso, al Senato si riunirà la Giunta per le immunità e successivamente l’aula di palazzo Madama per decidere se accogliere la richiesta dei giudici riguardo all’interdizione dai pubblici uffici. Se tale richiesta venisse respinta dall’aula si aprirebbe un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, se invece venisse accolta decade la carica di senatore di Silvio Berlusconi.