Processo Mediaset: è il giorno del giudizio per Berlusconi. Il pg: confermare condanna ma ridurre l’interdizione
Il giorno del giudizio per Silvio Berlusconi è arrivato. Questa sera i giudici della Cassazione dovrebbero esprimersi sul processo Mediaset, che vede imputato l’ex premier sulla compravendita dei diritti televisivi. Dopo 5 ore di requisitoria, ieri sera il procuratore generale Antonello Mura ha avanzato la richiesta di confermare la condanna a 4 anni di carcere (come stabilito in primo e secondo grado) e di ridurre da 5 a 3 anni l’interdizione dei pubblici uffici. Mura ha definito Berlusconi “l’ideatore del meccanismo delle frode fiscali”. I legali del Cavaliere, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, non hanno avanzato nessuna richiesta di rinvio e quindi la sentenza dovrebbe essere emessa tra stasera e domani mattina.
L’attesa è enorme, soprattutto per le eventuali ripercussioni che una condanna definitiva all’ex premier potrebbe avere sulla tenuta del governo Letta. Diversi esponenti dell’esecutivo hanno provato a minimizzare i contraccolpi derivanti da un’eventuale condanna, a iniziare proprio da Enrico Letta. Il premier, durante la visita di lunedì ad Atene, è stato il primo a tentare di smorzare la tensione affermando di non aver paura, perché l’Italia è più stabile di quanto ci si aspetti. Il premier ha inoltre affermato di sentirsi tranquillo e di non vedere terremoti all’orizzonte.
Nonostante le rassicurazioni del premier, la fibrillazione nel fronte politico è alle stelle, mentre a Piazza Affari il titolo del gruppo di Cologno Monzese tira il freno dopo il rally delle ultime sedute mostrando una flessione di oltre l’1,50% a 3,29 euro. L’azione ha però registrato una performance da capogiro sia dalle elezioni del 24-25 febbraio (+90% circa) sia dallo scorso 27 aprile (+67% circa), quando nacque il governo Letta sostenuto dalla “strana” maggioranza Pd-Pdl.
Per quanto riguarda la sentenza i giudici della Corte Suprema avrebbero di fronte tre strade: la condanna di Silvio Berlusconi, l’assoluzione oppure il rinvio del processo alla Corte di Appello di Milano. In caso di condanna definitiva all’ex premier, che non andrà in carcere per via delle norme che impediscono la detenzione per gli over 70, lo scossone politico potrebbe arrivare dall’interdizione dai pubblici uffici.
In questo caso, al Senato si riunirà la Giunta per le immunità e successivamente l’aula di palazzo Madama per decidere se accogliere la richiesta dei giudici riguardo all’interdizione dai pubblici uffici. Se tale richiesta venisse respinta dall’aula si aprirebbe un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, se invece venisse accolta decade la carica di senatore di Silvio Berlusconi.