Intesa UE su taglio consumi non arresta impennata prezzo gas. Ecco dove lo vede arrivare Goldman con stop flussi da Russia
Le nazioni dell’UE raggiungono un accordo per ridurre il consumo di gas del 15% per il prossimo inverno, mentre la prospettiva di un taglio totale delle forniture russe diventa sempre più probabile.
La Commissione europea ha stimato che l’interruzione delle forniture di gas russo all’UE potrebbe potenzialmente ridurre il prodotto interno lordo dell’UE fino all’1,5% se l’inverno è freddo e la regione non riesce a prendere misure preventive per risparmio energetico. Da qui i ministri dell’Energia riuniti a Bruxelles hanno dato il via libera alla proposta di ridurre volontariamente il consumo di gas nei prossimi mesi come ha dichiarato la presidenza ceca dell’UE in un post su twitter.
Piano Ue per tagliare il gas
Il piano rende obbligatorio l’obiettivo del 15% in caso di situazione di emergenza, come ad esempio una grave interruzione dei flussi dalla Russia, con alcune deroghe per le nazioni particolarmente vulnerabili o per quelle che sono parte integrante della rete Ue nel suo complesso.
L’Ungheria è stato l’unico Paese a votare contro come ha twittato il ministro degli Esteri lussemburghese Claude Turmes. La rapidità con cui è stato raggiunto l’accordo, con la Commissione europea che ha proposto il regolamento per la prima volta la settimana scorsa, riflette il rapido deterioramento dei flussi di gas provenienti dalla Russia. Le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream 1 sono destinate a scendere a circa il 20% della capacità dopo che il colosso russo Gazprom ha dichiarato che un’ulteriore turbina sarà messa fuori servizio per la manutenzione. A seguito dell’accordo raggiunto oggi, le regole dovrebbero entrare nel diritto dell’UE nei prossimi giorni.
Si tratta di “un passo senza precedenti nella solidarietà europea” ha dichiarato Sven Giegold, vice ministro dell’Economia tedesco secondo cui “Gli Stati membri che non importano gas russo stanno dimostrano il loro sostegno e si sono impegnati a ridurre i consumi. Questo non è mai successo prima”.
Alla vigilia dell’incontro, alcuni Paesi, tra cui Italia, Ungheria, Polonia, Portogallo e Spagna avevano sollevato preoccupazioni per gli obiettivi di riduzione, citando i tagli alla domanda già raggiunti, la mancanza di connessioni di gas con altri Paesi e il fatto che le decisioni sull’energia sono di solitamente di competenza nazionale. La Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’UE, aveva proposto nei giorni scorsi una serie di modifiche al piano della Commissione presentato la scorsa settimana. Tali modifiche includevano una disposizione che avrebbe aumentato il numero di Paesi che devono chiedere di rendere obbligatorio un obiettivo di riduzione della domanda del 15% da 3 a 5 secondo una bozza visionata da Bloomberg.
Altre modifiche riguardavano la considerazione del livello di stoccaggio del gas in un Paese e la possibilità di escludere alcune industrie chiave. Le regole sarebbero inoltre fissate solo per un anno, anziché due come inizialmente previsto. Gli Stati membri potrebbero chiedere inoltre una riduzione obbligatoria più bassa in base a determinati criteri come le loro interconnessioni con altre nazioni, ad esempio i paesi insulari come l’Irlanda. “E’ molto importante che il prossimo passo dimostri che l’Ue resta unita e che dia un segnale forte a Putin e alla Russia anche nel giorno in cui i flussi di gas del Nord Stream 1 si ridurranno di un ulteriore 20%: non ci dividerai”, ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck.
Nuova impennata del prezzo del gas UE
Intanto, prosegue l’impennata del prezzo del gas europeo sulla scia del calo delle forniture dalla Russia. Il future TTF quotato ad Amsterdam, benchmark europeo del gas naturale, è arrivato a un passo dai 200 euro al MWh, con un balzo di oltre il 10% in area 194 euro.
Il Gazprom ha annunciato che a partire da domani 27 luglio fermerà un’altra turbina che pompa gas nel gasdotto Nord Stream 1, riducendo i flussi attraverso il collegamento a solo il 20% della capacità. Il gasdotto Nord Stream 1 pomperà 33 milioni di metri cubi al giorno da domani rispetto alla sua capacità di circa 167 milioni al giorno.
Mosca ha costantemente ridotto l’offerta attraverso il gasdotto nell’ultimo mese. I flussi sono stati ridotti al 40% il mese scorso dopo che una turbina inviata in Canada per le riparazioni è rimasta bloccata a causa delle sanzioni contro la Russia.
A detta di Goldman Sachs, il gasdotto Nord Stream che opera al 20% implica un prezzo target di 190 euro al megawattora; se i flussi si fermassero completamente, il prezzo indicato per il gas europeo salirebbe a oltre 210 euro. Nello scenario ottimistico, con il gasdotto che torna alla capacità del 40%, i prezzi sono invece visti da Goldman intorno ai 170 euro per megawattora durante il terzo trimestre e i siti di stoccaggio in Europa diventeranno pieni del 90% entro il fine ottobre.