Notizie Notizie Mondo Prevale la prudenza sulle Borse europee: per economisti servono risposte per crisi debito

Prevale la prudenza sulle Borse europee: per economisti servono risposte per crisi debito

22 Dicembre 2010 10:05

Mattinata all’insegna della prudenza per le principali Borse europee. Parigi cede lo 0,05% a 3.925 punti, Londra scivola sotto la linea della parità (-0,02% a 5951 punti), piatto il Dax a 7.077 punti. Segno meno per Madrid (-0,20%) a 10.183 punti. Piazza Affari resiste alle vendite: il Ftse Mib segna un frazionale rialzo dello 0,10% a 20.758 punti. Gli occhi del mondo sono tornati a guardare la Corea del sud che si prepara a svolgere per tre giorni esercitazioni militari nel Mar del Giappone. Lo ha comunicato questa mattina il ministero della Difesa di Seul.

 

Le manovre in programma a partire da oggi e fino a venerdì si terranno nelle acque ad un centinaio di chilometri di distanza dal confine marittimo tra i due paesi. Mentre in Europa restano le preoccupazioni sulla crisi del debito. Ieri sera l’agenzia di rating Fitch ha preannunciato un probabilissimo taglio del rating per la Grecia sotto la tripla B. Fitch ha minacciato il taglio del rating sul Paese ellenico al livello junk, ovvero spazzatura, dopo averlo già posto sotto osservazione, con implicazioni negative. La settimana scorsa era stata Moody’s ad accendere la spia rossa su Atene, mettendo il rating Ba1 del paese sotto revisione sempre per possibile downgrade.

 

Nonostante il clima invogli alla festività, il mercato, che gli operatori definiscono rarefatto, è molto volatile. A richiamare l’attenzione sul momento drammatico che le Borse stanno vivendo è questa mattina il capo economista di Citigroup, Willem Buiter. Secondo l’esperto della banca americana Eurolandia è stata paralizzata dal “gioco del pollo” tra la Banca Centrale e i Governi degli Stati membri dell’Unione europea. Entrambi stanno cercando di scaricarsi le responsabilità, aumentando però di fatto il rischio contagio.

 

“Il mercato non ha più tempo di aspettare fino a marzo che le autorità europee prendano decisioni insieme. Il comparto bancario e la situazione dei debito in alcuni stati potrebbero essere messi troppo sotto pressione”, avverte. Nel primo trimestre dell’anno che verrà, a Dublino e Francoforte si andrà alle urne. Ma l’agenda politica non ha lo stesso scadenziario della crisi, segnalano nelle sale operative.

 

Per Mark Schofield, alla guida del team che delinea la strategia sui tassi di interesse sempre presso Citigroup, il Portogallo tenderà il cappello in cerca di fondi all’Unione europea, poi toccherà alla Spagna. Questo mette a rischio, segnala l’esperto, l’ammontare dei fondi salva-stati. La Spagna, ha assicurato, non avrà problemi di rifinanziamento il prossimo anno. Ma l’esito della partita che si sta disputando sulle banche, sempre più dipendenti dalla Bce per il loro finanziamento, è tutt’altro che scontato.

 

L’ultimo campanello d’allarme in realtà è suonato a Lisbona. Proprio ieri la stampa di Lisbona ha reso noto che il governo potrebbe dover intervenire con una ricapitalizzazione di mezzo miliardo a sostegno della banca Btp. Per la maggior parte degli analisti il momento della verità per il Portogallo potrebbe verificarsi all’inizio del 2011, quando il paese dovrà tornare sui mercati per le scadenze del debito e rischia di essere confrontato con tassi che lo spingerebbero verso un piano di salvataggio Ue, dopo Grecia e Irlanda.