Grecia: ancora nel mirino il rating. Fitch minaccia di tagliarlo, oggi ad Atene test Finanziaria
E’ ancora gelido il vento che soffia su Atene. Oggi il Parlamento greco voterà la Finanziaria 2011. Si tratta di un appuntamento clou, che dovrà dare rassicurazioni agli investitori anche se la vigilia è stata battezzata da Fitch con un avvertimento sibillino. L’agenzia di rating ha preannunciato un probabilissimo taglio del rating greco sotto la tripla B. Fitch ha minacciato ieri sera di tagliare il rating sul Paese ellenico al livello junk, ovvero spazzatura, dopo averlo già posto sotto osservazione, con implicazioni negative. La settimana scorsa era stata Moody’s ad accendere la spia rossa su Atene, mettendo il rating Ba1 del paese sotto revisione sempre per possibile downgrade.
Non sono giorni facili per il premier Giorgio Papandreou, che si è comunque detto fiducioso che nei prossimi mesi il suo governo potrà raggiungere un accordo per l’estensione dei termini di rimborso del prestito targato Unione europea-Fondo monetario internazionale da 110 miliardi. Papandreou, citato dai media durante una riunione informale di gabinetto, ha indicato che l’accordo potrebbe arrivare a febbraio, poco prima dell’erogazione della nuova tranche del prestito.
Al momento esiste un’unica certezza: Atene non verrà lasciata sola. La scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che sborserà ulteriori 2,5 miliardi di euro alla Grecia per aiutare il paese nel processo di risanamento delle sue finanze. La situazione economica del Paese continua a non inviare segnali di ripresa. Ieri è stato annunciato l’indice medio della produzione industriale in Grecia: nel periodo gennaio-ottobre 2010 ha registrato una flessione del -5,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Nel 2009 la diminuzione era stata del 10% rispetto al 2008.
Atene non è comunque un caso isolato. Sotto la lente di ingrandimento di Moody’s sono finiti gli altri due anelli deboli di Eurolandia: il Portogallo e la spagna. Su Lisbona l’agenzia non ha escluso un abbassamento del voto di due punti, da A1 a A3, dopo che in luglio, già, sulla scia della crisi greca, il rating portoghese era già passato da Aa2 ad A1. “La solvibilità del Portogallo non è messa in questione”, ha precisato Moody’s, ma non è abbastanza per stemperare le preoccupazioni. L’agenzia si è detta preoccupata dalla crescita molle annunciata da Lisbona, dalla debolezza della domanda interna, oltretutto colpita dalle misure di austerità anti-deficit che il governo del premier socialista Josè Socrates è stato costretto a prendere sotto pressione dei mercati.
L’agenzia ha puntato il dito anche sulle possibili difficoltà di rifinanziamento sul mercato delle banche lusitane e sui rischi che possono fare pesare sul controllo del deficit nuove misure di salvataggio degli istituti finanziari nazionali. Proprio ieri la stampa di Lisbona ha reso noto che il governo potrebbe dover intervenire con una ricapitalizzazione di mezzo miliardo a sostegno della banca Btp. Per la maggior parte degli analisti il momento della verità per il Portogallo potrebbe verificarsi a inizio 2011, quando il paese dovrà tornare sui mercati per le scadenze del debito e rischia di essere confrontato con tassi che lo spingerebbero verso un piano di salvataggio Ue, dopo Grecia e Irlanda.
A rischio di un calo del rating da parte di Moody’s c’è anche la Spagna, avvertita la settimana scorsa dall’agenzia di rating, che ieri ha anche abbassare il rating a 30 banche minori del paese. Per il ministro dell’economia Elena Salgado, Moody’s esagera. “La situazione spagnola resta molto complicata in questo momento: si stanno accavallando preoccupazioni non solo sulle finanze pubbliche, ma anche sulla situazione bancaria nel Paese”, spiega Silvio Peruzzo, economista zona euro per Royal Bank of Scotland a Finanza.com. “La Spagna si affaccia al 2011 sapendo di dover rifinanziare sui mercati una quantità enorme di debito sia pubblico sia privato – avverte, ricordando che le banche spagnole dovranno emettere circa 80 miliardi di debito sul mercato a cui si uniranno 100 miliardi di euro del governo. La Spagna, ha assicurato, non avrà problemi di rifinanziamento il prossimo anno. Ma le scommesse evidentemente sono aperte.