Pound protagonista dopo svolta stile Fed della Bank of England
Violenta reazione della sterlina alla svolta maturata in seno alla Bank of England che seguirà l’esempio della Fed con l’indicazione di un preciso obiettivo di disoccupazione da raggiungere prima di mettere mano al costo del denaro.
Dopo una prima debolezza all’annuncio della Bank of England, la divisa britannica ha intrapreso la via dei rialzi portandosi fino a un massimo di 1,5493 rispetto al dollaro, sui massimi dallo scorso 21 giugno. Dai minimi annui del 9 luglio (1,4858) la sterlina ha messo a segno un rimbalzo di oltre il 4%.
La nuova Bank of England che da luglio vede alla sua guida Mark Carney ha così messo nero su bianco l’attesa svolta stile Fed con l’indicazione di una guidance sui tassi ancorando il primo rialzo del costo del denaro al raggiungimento dell’obiettivo di disoccupazione sotto il 7%. E stando alle previsioni rilasciate oggi nell’Inflation Report questo non accadrà prima del terzo trimestre 2016. “La disoccupazione non è un obiettivo – ha rimarcato oggi Carney a margine dell’annuncio – ma è un buon indicatore sintetico per capire quando potranno essere tolte le misure di stimolo monetario”.
La Bank of England (BoE) ha inoltre nuovamente rivisto al rialzo le stime di crescita per l’economia britannica. L’istituto centrale vede per i prossimi due anni una crescita economica nell’ordine del 2,6% rispetto al +2,2% indicato a maggio. Nel trimestre in corso la crescita del Pil è attesa dello 0,6% su base trimestrale, in linea con il ritmo di crescita evidenziato nel secondo trimestre. “La ripresa economica della Gran Bretagna è in miglioramento, ma resta una lunga strada per tornare al picco pre-crisi”, ha dichiarato il governatore della Boe in una conferenza stampa a margine dell’annuncio dell’intenzione di fornire una guidance sui tassi. Carney ritiene che sarà necessario aspettare ancora un anno prima di tornare ai livelli pre-crisi.
Sul piano di acquisto titoli, fermo a 375 miliardi di sterline, l’istituto centrale britannico non esclude un suo aumento qualora le condizioni dovessero richiederlo.
“L’impressione è che lo stupore iniziale è stato calmierato dalle quadro fragile che Carney ha dipinto sull’economia britannica – commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – . Per ora la strategia monetaria non dovrebbe cambiare e il principale driver per eventuali nuove immissioni di liquidità dipenderanno principalmente dall’andamento del tasso di inflazione”.
Tra le altre valute prova di forza anche dello yen in attesa dei responsi che arriveranno domani dalla Bank of Japan. Il cross dollaro/yen è sceso questa mattina fino a un minimo a 96,76 che rappresenta il minimo dal 20 giugno. Sul mercato non si attendono novità con l’istituto centrale che dovrebbe astenersi dall’aggiungere nuovi stimoli monetari a quelli varati ad aprile per pervenire all’obiettivo di inflazione al 2% entro due anni. Il consensus Bloomberg vede la BoJ lasciare i tassi nel range 0-0,1% con invariato anche il target di base monetaria. Attualmente l’istituto guidato da Haruhiko Kuroda compra mensilmente oltre 7mila miliardi di yen di bond governativi.