Poste Italiane: collocamento ultima quota del Tesoro potrebbe slittare
Obiettivo privatizzazioni a rischio? Potrebbe slittare la quotazione (e il relativo incasso) dell’ultima quota di Poste Italiane (29,7%) in mano al Tesoro. La decisione sarebbe già stata presa
Il collocamento dell’ultima quota di Poste Italiane in mano al Ministero del Tesoro, prevista tra settembre e ottobre è a rischio. Potrebbe essere rimandata a causa delle difficili condizioni di mercato e dell’importante appuntamento con il referendum di novembre. Secondo quanto riportato dalla stampa la decisione sarebbe già stata presa dai vertici dell’azienda in accordo con il Ministero del Tesoro e con la Presidenza del Consiglio.
La quotazione dell’ultima quota, pari al 29,7% del capitale di Poste Italiane ha suscitato polemiche e l’opposizione dei sindacati che, con il personale, hanno organizzato nei giorni scorsi diverse proteste.
Dall’esordio a Piazza Affari, risalente a fine ottobre 2015, i titoli della compagnia postale mostrano un passivo di oltre 7 punti percentuali, anche se in recupero dai minimi toccati a febbraio poco sotto i 5 euro. Oggi a Piazza Affari Poste Italiane perde più di mezzo punto percentuale.
Tuttavia il ribasso rispetto allo scorso 31 maggio, quando il Consiglio dei Ministri definì i criteri dell’operazione, sfiora il 10%. Il Tesoro mancherebbe, pertanto, l’incasso di circa 3 miliardi di euro stimato alle quotazioni di quella data (6,88 euro) nonché il target di introiti derivanti dal programma di privatizzazioni.
Proprio per l’importanza dell’operazione si parla solo di un rinvio con il governo che, secondo quanto riferisce l’agenzia AdnKronos, avrebbe tutta l’intenzione di portarla a termine entro la fine dell’anno.