Pimco: il superciclo è finito ma le commodity restano un investimento interessante
Nel periodo considerato l’aumento della domanda da parte dei mercati emergenti si è scontrato con un’offerta frenata dagli scarsi investimenti facendo crescere il prezzo del greggio del 1.062%, quello del rame di quasi il 500% e quello del granoturco del 240%.
Negli ultimi mesi la situazione è però cambiata. “Le performance relativamente deboli delle materie prime rispetto all’azionario (da inizio anno l’indice settoriale S&P Gsci, che rileva le performance di 24 commodity, ha evidenziato un rosso di quasi il 2% mentre lo S&P è salito del 19,5%, ndr) hanno spinto alcuni commentatori a scrivere il necrologio per i mercati delle materie prime”.
Non sono di questo avviso i due esperti. “Siamo consapevoli del fatto che l’andamento futuro dei prezzi non rispecchierà quello del ‘superciclo’ ma allo stesso tempo non crediamo che questo debba necessariamente implicare una view negativa sul comparto“. “Prima del ‘superciclo’ diverse materie prime scambiavano ai minimi da diversi decenni in termini reali. Oggi diversi mercati quotano entro una deviazione standard rispetto al loro costo marginale di produzione e questo ci suggerisce che i prezzi si trovano a livelli ragionevoli in un’ottica di lungo periodo”.
Le commodity, continua il report, continuano a rappresentare uno strumento per ottenere una diversificazione rispetto ad azioni e obbligazioni e risultano “uno dei mezzi più potenti per coprirsi dall’inflazione e ottenere un rendimento interessante”.